La conferenza di presentazione del progetto, che si è tenuta il 2 febbraio, si è aperta con la definizione di COP 26 cioè la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021. Alla conferenza hanno partecipato i 193 paesi membri dell’ONU e altri 4 paesi che avevano sottoscritto l’Accordo di Parigi per il contenimento dell’innalzamento della temperatura sotto i 2°C.
Queste conferenze si tengono annualmente e hanno lo scopo di contrastare il cambiamento climatico e limitare l’impatto dell’uomo sulla natura.
La COP 26 di Glasgow è il ventiseiesimo incontro di questo tipo, il primo però che ha coinvolto le nuove generazioni poiché rappresentano coloro che in futuro dovranno affrontare le conseguenze del cambiamento climatico e con il loro comportamento consapevole possono incidere sul domani.
La conferenza ha definito quattro obiettivi principali:
raggiungere le emissioni zero entro il 2050, limitando la crescita delle temperature a +1,5 °C;
- proteggere le comunità e gli habitat naturali;
- mobilitare la finanza;
- collaborare e cooperare.
Un altro tema emerso dall’incontro verte sulla necessità di aumentare il supporto finanziario, pubblico e privato, per uno sviluppo sostenibile specialmente verso quei paesi in via di sviluppo.
I paesi poveri rappresentano spesso zone del pianeta maggiormente colpite dal riscaldamento globale e dalle dirette conseguenze di esso (disastri climatici, desertificazione, innalzamento e acidifcazione dei mari, scioglimento dei ghiacciai, ecc.) anche se la loro responsabilità è minore.
Sono sicuramente i paesi più sviluppati e con un consumismo maggiore ad incidere maggiormente sui cambiamenti climatici. Per questo dal 2023 verranno stanziati 100 miliardi di euro, cifra che potrà essere rivalutata e quindi aumentata dal 2025, per permettere una crescita sostenibile a questi
paesi.
Importante diventa l’economia circolare, modello che incentiva il mantenimento a lungo termine
del valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse cercando quindi nel contempo di ridurre al minimo la produzione di rifiuti. I giovani dovrebbero, da questo punto di vista, mettere in atto comportamenti quotidiani che possano portare a cambiamenti sul futuro.
Siria Allegrucci
4° BLS, Polo Liceale G. Mazzatinti, Gubbio (PG)