Quando si affronta il tema del movimento, la mente corre facilmente allo sport che di esso rappresenta una delle tante possibili articolazioni umane. Uno sport significativo è il pugilato e sono molti i pugili che arrivano a livelli importanti ma, tra questi, uno colpisce per la sua storia. Daniele Scardina è un pugile che dopo una vita di incontri e vittorie, ha riportato danni cerebrali dovuti proprio alla sua attività. Per arrivare ai suoi livelli comunque c’è bisogno di un duro allenamento fisico e mentale e in questo lo soccorre l’aiuto di un allenatore che prepara l’atleta e lo motiva mentalmente. Non è sempre il fisico che fa l’atleta, ma la forza che egli ha nell’accettare qualsiasi condizione e resistere in tutti i momenti. Infatti negli ultimi anni sta nascendo anche la figura del “mental coach” che supporta l’atleta e in alcuni casi lo aiuta a ragionare per evitare la demotivazione. Perciò possiamo dire che la psicologia è fondamentale anche in questo campo, soprattutto negli sport individuali dove la mente svolge la funzione più importante. Riprendendo il pugilato, esso è uno sport nato migliaia di anni fa e che si è evoluto nel tempo, dalle lotte a mani nude agli incontri moderni e sicuramente più sicuri. Questo sport si è sviluppato in maniera differente in ogni parte del mondo riuscendo a diventare anche spunto per le arti marziali e sistemi di addestramento militari. La documentazione più antica di regolamento pugilistico risale all’antica Grecia nei giochi olimpici del 688 a.C. e ancora oggi resta lo sport da combattimento più seguito al mondo. Il vero pugilato è rimasto negli anni comunque uno sport nobile e ricco di regolamenti, infatti è uno dei pochi da combattimento presenti alle olimpiadi. Molte persone restano dell’idea che il pugilato sia uno sport solo di violenza, ma non è affatto così. Il rispetto delle regole e quello verso i compagni e l’avversario con il quale dovrai effettivamente combattere, la concentrazione mentale sono tutti insegnamenti che non valgono solo nel pugilato, ma soprattutto nella vita; si tratta di un continuo insegnamento. Chiaramente in questo sport c’è sempre il rischio di riportare danni anche permanenti. Nel caso dei danni cerebrali, i più comuni sono quelli alla superficie del cervello, ai nervi lacrimali e la produzione di grumi di sangue al suo interno. Chiaramente i danni sono anche al fisico, agli organi e su tutto il corpo, e in alcuni casi questi danni portano alla morte dell’atleta. Per raggiungere livelli importanti in questo sport è importante anche mantenere uno stile di vita equilibrato come ad esempio una buona dieta e la decisione di non fumare o di non bere e ciò rappresenta un insegnamento per la vita. Perciò l’allenamento più comune è quello in palestra tramite dei circuiti detti di “cardio” o altri basati sui pesi con l’aiuto di macchinari appositi. Qui è molto importante la presenza di un allenatore che ti fornisca una base di allenamento mutevole nel tempo in base alle proprie richieste e necessità. La cosa migliore, tuttavia, è quella di contare su diun partner, con cui praticare lo sparring: si tratta di un incontro di boxe uno contro uno, a rallentatore, in cui il principio è quello di non farsi male; si dovrà solamente, toccarsi o sfiorarsi.Lalentezza dei gesti permette di fare attenzione alla guardia, ai movimenti offensivi e al gioco di gambe; allo stesso tempo, ognuno dei due avrà la possibilità di osservare la strategia dell’altro, ad esempio per prendere ispirazione. Questa è una fase che non può mancare, data la sua importanza tecnica e a livello di esperienza. Lo stretching è una delle tecniche più utilizzate per migliorare le performance atletiche, prevenire le ferite e i dolori sportivi e riabilitare correttamente le torsioni o i microtraumi. Non bisogna comunque commettere l’errore di pensare che si tratti di qualcosa di così semplice.
Autore: Diego Di Nicola/ 3°A S.U.