Home Ambasciatori 2023 Il movimento è la libertà

Il movimento è la libertà

115
0

Olimpiadi Berlino 1936, il campione Jesse Owens, un afroamericano, sotto gli occhi dell’ antisemita e razzista Adolf Hitler, il 3 agosto 1936 vinse la prima medaglia d’oro nei 100 metri con il tempo di 10″2 m . Il 4 agosto arrivò la seconda, nel salto in lungo con la lunghezza di 8,13 m. Il 5 agosto fu la volta della terza medaglia d’oro, nei 200 metri con il tempo di 20″7, il 9 agosto della quarta, nella staffetta 4×100 metri. A quest’ultima gara Owens non era neanche iscritto, ma vi prese parte dopo che gli Stati Uniti ritirarono due atleti ebrei, scegliendo di cedere alle pressioni naziste. ll nazismo fu un movimento totalitario nato durante la prima guerra mondiale.La supremazia l’aveva lo stato a scapito dei diritti individuali tramite il controllo di tutti gli aspetti della vita dei cittadini subordinati agli interessi del partito dominante che si identificava con lo stato. Hitler pensava che le caratteristiche fondamentali di un individuo fossero determinate dalla razza di appartenenza. Utilizzando le
teorie del darwinismo sociale riteneva che le razze andassero distinte in superiori e inferiori e che il meccanismo sociale riproducesse le leggi di natura in cui la razza più forte si imponeva su quelle più deboli. Per salvaguardare la razza andavano eliminate tutte le variabili genetiche deboli e così Hitler diede il via al progetto eutanasia. Sfortunatamente molteplici figure di spicco erano a favore del partito nazista, come il filosofo Martin Heidegger.
Martin Heidegger è considerato il maggior esponente dell’esistenzialismo ontologico e fenomenologico, è stato un nazista che anche dopo la seconda guerra mondiale ha continuato a diffondere questo pensiero scrivendo i quaderni neri. Erano passati poco più di quattro mesi dall’ascesa al potere di Adolf Hitler quando, il 10 maggio 1933, a Berlino e in altre città tedesche ebbero luogo i roghi dei libri. Nella notte del 10 maggio vennero dati alle fiamme decine di migliaia di libri. In quello che fu il maggior rogo di libri di sempre nel mondo occidentale, venne bruciata tutta la cultura che i nazisti consideravano anti-tedesca per motivi politici e razziali. Nel 1937 quando il nazismo definì una “beffa culturale ebreo-bolscevica” l’arte delle avanguardie, si diede inizio ad una delle maggiori operazioni discriminatorie mai operate nei confronti dell’arte. Prima vennero eliminate le opere d’arte contemporanea da tutti i musei tedeschi, poi circa seimila opere d’arte tra quadri e sculture
vennero destinate al rogo. In alternativa il nazismo promuoveva un’arte che esaltava la razza superiore, il culto per il corpo e la potenza militare. Presto venne fatto divieto a moltissimi uomini di cultura, letterati e artisti di svolgere la propria attività; successivamente, al fine di screditare tutta l’arte che non corrispondeva all’ideologia del partito nazista, venne coniata l’espressione “arte degenerata”. Per raggiungere la parità tra tutte le etnie ci furono vari movimenti antirazziali tra cui quello pacifista guidato da Martin Luther King, simbolo della lotta contro la segregazione razziale.Il 28 agosto 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington per i diritti civili tenne il suo celebre discorso I have a dream:”I have a dream that my four little children will one day live in a nation where they will not be judged by the color of their skin but by the content of their character”. Il 16 ottobre 1968, nello stadio Olimpico di Città del Messico i velocisti statunitensi Tommie Smith e John Carlos arrivarono primo e terzo nella finale dei 200 metri piani alle Olimpiadi. Smith aveva stabilito il nuovo record del mondo, con 19,83 secondi. Carlos, con i suoi 20,10 secondi, era arrivato dietro all’australiano Peter Norman. Dopo essere saliti sul podio per la premiazione Smith e Carlos
si girarono verso l’enorme bandiera statunitense. Quando le note di The Star-Spangled Banner risuonarono nello stadio, Smith e Carlos abbassarono la testa e alzarono un pugno chiuso, indossando dei guanti neri. A decine di metri di distanza, il fotografo John Dominis
scattò loro una foto che sarebbe diventata una delle più famose del Novecento, simbolo di un decennio di proteste per i diritti civili dei neri. Il 10 dicembre 1948 veniva adottata la Dichiarazione universale dei diritti umani,memore degli orrori della seconda guerra mondiale.Articolo 2 Non discriminare 1) Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.

Autore: Ilaria Pattara IIIA Scienze Umane liceo G.Marconi Pescara

Previous article“Il suono”
Next articleIl suono

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here