Ogni giorno siamo a contatto con suoni e musiche: ma cosa di essi agiscono sull’uomo? Analizziamo per cominciare le caratteristiche fisiche del suono; le principali sono tre: altezza, intensità e timbro. Le onde di vibrazione sonora interagiscono tra loro modificandosi durante il percorso che divide l’emissione del suono dalla sua ricezione, per azioni di riflessione, rifrazione, assorbimento, interferenza costruttiva o distruttiva che sia; questo è chiamato effetto Doppler. L’effetto Doppler, infatti, è il fenomeno fisico che riguarda le modalità con cui la frequenza di un’emissione viene percepita da un osservatore statico quando la sorgente è in movimento. La vibrazione che il nostro orecchio percepisce è creata da onde sonore che possono essere: onde semplici, onde complesse o onde aperiodiche. Il messaggio fisico di informazione viene recepito in maniera differenziata dalle due orecchie per comprenderne la direzione di emissione e inviato dal nervo acustico al cervello che le traduce in termini di armonie, ritmi o rumori ed altre impressioni emozionali. Le molecole, vibrando, originano il suono che costituisce il messaggio, altre molecole agiscono come mediatori, mentre la sensazione sonora che udiamo è una proprietà sensoriale prodotta dal cervello. Esiste una vera e propria psicologia del suono detta anche psicoacustica che studia la percezione soggettiva umana dei suoni. In questo ambito rilevanti sono le ricerche e le teorie della professoressa e ricercatrice di psicologia della musica Diana Deutsch. La Deutsch ha scoperto una serie di effetti illusori della musica e del linguaggio che dimostrano varie caratteristiche della percezione e della memoria del suono. Ciò indicherebbe che essi riflettono differenze nell’organizzazione del cervello. Inoltre, la musica aveva un posto di prim’ordine per i greci antichi, i quali consideravano la musica fra le manifestazioni più alte di ogni comunità civile. Tra gli esponenti greci del V secolo a.C. una posizione rilevante la assume il filosofo Platone per il quale la musica è filosofia suprema, perché esprime ciò che le sole parole non possono fare. Nel Timeo Platone sostiene che la musica è una cura per l’anima e afferma che l’armonia della musica è della stessa natura della nostra anima. L’ influenza del Timeo di Platone è visibile nella cornice culturale in cui si muove la commedia di Dante che è quella della teologia di Severino Boezio, che individua: una musica mundana, una humana e una instrumentalis. Lungo tutta la Commedia, Dante utilizza metafore e simbologie musicali in modo coerente e continuo per parlare dell’argomento centrale del suo poema: l’amore di Dio. Il concetto di musica come ordine e proporzione rispecchia, per Dante, l’armonia intratrinitaria, quella dell’universo e quella dell’essere
umano.La musica nella Commedia è quindi simbolo dell’ascesa dall’eterna negazione dell’amore nell’ Inferno, passando per l’amore imperfetto del Purgatorio, fino all’espressione dell’amore assoluto nel Paradiso. Quindi il suono ha un enorme potere in grado di modificare il nostro stato di salute, il nostro umore e anche indurre delle esperienze spirituali. La maggior parte degli studiosi concorda sul fatto che un mondo totalmente silenzioso potrebbe essere poco piacevole. Il rumore non è per forza qualcosa di inquinante: alcuni suoni possono avere effetti positivi, possono contribuire a ridurre lo stress e a migliorare il benessere e l’umore. Più impariamo a conoscere i suoni e la loro importanza nella nostra vita, più possibilità avremo di apprezzarli.
Autore: Benedetta Giansante 3A scienze umane Liceo Marconi Pescara