Inventata dai Sumeri attorno alla fine del IV millennio a.C., la scrittura cambiò per sempre la storia dell’umanità, offrendo alla comunicazione e alla trasmissione culturale uno strumento potentissimo capace di attraversare tempi e luoghi, di sancire accordi e decisioni, di fornire un supporto concreto a pensieri, racconti, ricordi, emozioni e progetti. Si trattava di uno strumento in grado di astrarre valori e concetti universali dalle percezioni particolari dei singoli individui e di supportare, quindi, lo sviluppo delle leggi, delle istituzioni, delle idee e delle scienze.
Se la comunicazione orale e il contatto diretto nelle civiltà antiche erano predominanti, oggi le cose sono decisamente cambiate. Con la diffusione prima dei supporti scritti (lettere, documenti, libri, manuali) e poi delle tecnologie digitali (computer, smartphone e tablet), la comunicazione ha trovato nella scrittura uno strumento fondamentale.
Il passaggio dalla narrazione orale alla codifica scritta ha apportato indubbiamente enormi vantaggi. Per esempio, sul piano della trasmissione culturale, la scrittura funziona un po’ come un hard disk, a cui tutti possono potenzialmente attingere in ogni momento e in ogni luogo.
Tuttavia, nel passaggio dal “qui e ora” della parola orale al “sempre e ovunque” della parola scritta, si perde inevitabilmente qualcosa: il tono della voce, il gioco degli sguardi e il linguaggio del corpo (postura, gesti, mimica facciale…); tutti mezzi espressivi che nella relazione interpersonale trasmettono qualcosa dell’interiorità degli interlocutori e, veicolando pensieri ed emozioni, rendono la comunicazione più chiara.
Come cambia l’educazione ai sentimenti se persino il corteggiamento, che è un’esperienza intima e personale, passa oggi attraverso una chat?
Autore: Silvia Zuccarini – 4^ A scienze umane Liceo G. Marconi Pescara