A mio parere il concetto di zero è uno dei più grandi misteri della storia dell’umanità. Questo, oltre ad essere in matematica il numero che precede l’uno, rappresenta in tutti i campi del sapere il niente, il “nulla assoluto”. Si è sempre cercato di definirlo, di comprenderlo meglio: è semplice convenzione o è un’entità pura? E’ proprio quando si cerca di comprenderlo come entità pura che inevitabilmente si cade in contraddizione. Come si può definire qualcosa che, appunto, non esiste? Già il fatto di pensarlo sarebbe una negazione al concetto di nulla. Ciò che invece possiamo fare con relativa facilità è cercare di descriverlo considerandolo come numero convenzionale, analizzandolo a partire dalla sua storia.
Il primo zero fu introdotto intorno al 300 a.C. dai Babilonesi, che lo disegnavano con due cunei inclinati, ma che tuttavia non aveva una vera e propria funzione. I primi veri studi furono fatti in realtà dal matematico indiano Brahmasphuta Siddhanta nel 628. Infatti sono proprio gli indiani che inventarono (o scoprirono, anche questo è un argomento abbastanza controverso) il numero zero, ma anche il sistema di numerazione posizionale, che trasmetterono anche agli arabi. Nel nostro continente il numero zero, e anche il relativo sistema di numerazione, approdò solamente nel 1202 grazie al mercante Leonardo Pisano (detto Fibonacci) che pubblicò il suo famoso Liber Abaci.
Ma a cosa serve quindi lo zero? Innanzitutto è fondamentale nel nostro sistema di numerazione poiché, affiancato ad un numero o messo tra due numeri, forma altri numeri (appunto sistema di numerazione posizionale). Però questo numero è utilizzato in tutte le scienze: basta pensare a quanto spesso è utilizzato nei sistemi di riferimento. In questi è usato convenzionalmente come punto di partenza; come ad esempio il meridiano “0” nei sistemi di coordinate geografiche, o il livello del mare per calcolare l’altezza dei rilievi montuosi, ma anche nelle coordinate celesti e così via. Inoltre in termodinamica lo “zero assoluto” rappresenta l’irragiungibile temperatura di 0 °K. Poi in geometria analitica è l’inizio degli assi, ed in informatica è uno dei due bit. In matematica è il limite tra i numeri negativi e quelli positivi. Insomma, il numero zero è importantissimo nella nostra cultura, sia antica che moderna.
E voi che ne pensate? Anche per voi lo zero è così importante? E quanto ha senso, in ambito filosofico, parlare di zero come entità?