Il sole è offuscato da dense nuvole grigiastre. Le onde scuotono una barca alla deriva ed il vento gioca con le vele rattoppate. Un uomo sul ponte con il volto annebbiato dalla stanchezza e dalla fame del sapere. Continuare, perseverare ed insistere fino ai confini della terra.
Il mare non c’è più, la nave cade a picco e l’anima dell’uomo si inabissa in secoli del buio dimenticatoio della paura. Un uomo a sfidare i luoghi ed il tempo, una mente a sfogliare le pagine ancora bianche del mondo sconosciuto e saturo di occlusivi assiomi.
Pagine da scrivere con la forza della scienza e della ragione umana. La meccanicità del cervello con la magia della mente.
Due mondi tangenti ma allo stesso tempo distanti l’uno dall’altro che collaborano in sintonia per costruire l’individuo umano e dargli un’entità autonoma, belligerante contro l’ignoranza e ansiosa di colmare il proprio bagaglio culturale.
Noi come essere pensanti. Il mondo come un libro da leggere e capire. La scienza come mezzo per capire questo nostro mondo.
Piccoli particolari da scoprire e studiare con la gentilezza del sapere e l’astuzia dell’intelligenza. Parliamo concatenate parole in favore della scienza ma ci perdiamo perché bloccati, incatenati dalla paura di un’idea contraria, lontana, nemica.
Perché avere paura? Perché avere timore di un mare troppo diverso dall’abitudine? Perché allontanarsi dalla mente per dare spazio solo alla figura dell’articolato mondo cerebrale? Perché non giocare con il mondo per comunicare in meravigliosi modi creando e studiando allo stesso tempo.
Si creano concetti e si fanno nascere conclusioni. Si studiano realtà e si analizzano fenomeni.
Dobbiamo avere il coraggio di conoscere, la tenacia di scalare monti seguendo la razionalità e la forza di dilaniare il concetto stesso dell’oblio per far luce su ogni singolo aspetto della nostra natura.
Ascolto alla televisione nomi, parole, proposizioni ma mi rendo conto che la mia mente cattura cose lontane dalla vera realtà. Ombre delle ombre che mi allontanano dal sapere epistemologico del mio vivere.
Solo grazie alla scienza, come materia concepita dal grembo della filosofia, riesco a capire, a comprendere per ricordare ed insegnare.
La scienza come materia che studia ciò che accade e come materia che arriva senza paura a conclusioni certe, essoteriche.
A volte bisogna sollevare i veli posti sopra cose passate e scrivere, o meglio intagliare, sul marmo della storia i nomi di chi ha viaggiato nel mondo del sapere per arrivare ad essere il carpentiere del proprio apprendimento.
Come Einstein con una formula, Fidia con il marmo, Rita Levi Montalcini con il cervello, Kant con le parole che hanno arricchito la filosofia stessa e come tanti altri nomi che rimarranno impressi nella nostra mente, anche noi abbiamo l’obbligo morale di arricchire, studiare, parlare, disegnare, scolpire, scrivere, analizzare, essere in nome della scienza.
Non abbandoniamo per nessun motivo la strada del sapere perché oltre quello non c’è altro che può innalzare la nostra mente ad un livello superiore, sublime.
Non credo ci sia miglior modo di imparare a nuotare se non tuffandoci in acqua assaporando il sapore del mare e la soddisfazione nell’aver vinto la paura del freddo, dell’insensato oblio, dell’opprimente timore di non farcela.
Che sia per il nuoto, per la prima volta su due ruote, per un salto nel vuoto da un trampolino, per un’idea corrotta dal pregiudizio, non smettiamo in ogni modo di combattere per far valere ciò che veramente ci ha portati ad essere e a vivere in questo mondo stupendo che amo soltanto esistendo.
Salta bambino, salta sempre più in alto e non smettere perché è così bello poter osservare il mondo oltre il muro dell’abbandono. Salta e parlane anche a me che ho voglia di sapere, che ho voglia di sorridere perché felice, perché vivo.