Iniziamo con il chiederci: “perché lavoriamo?”
La risposta più scontata ed ovvia è: “per ricevere un salario”.
Ma il lavoro serve solamente a percepire un salario e dunque comprare beni primari e secondari o c’è dell’altro sotto?
Per molti un lavoro retribuito è simbolo di realizzazione di tutti i sacrifici e di tutto lo studio dedicato per arrivarci, ma dopo tanti sacrifici e studio si è disposti a lavorare gratuitamente?
Il lavoro in Italia è oggetto di discussione da anni dato che il tasso della disoccupazione giovanile (ovvero tra i 15 e i 24 anni) è molto alto, a Dicembre 2016 il 40% dei giovani in Italia non lavora.
Questi giovani disoccupati sarebbero disposti a lavorare gratuitamente? Io suppongo di no, dato che prestare il proprio tempo e la propria creatività senza ricevere nulla in cambio non porti benefici alla singola persona, ma solamente all’azienda ospitante.
Pretendere che un giovane, con anche una buona certificazione di studio, si metta a lavorare per conto di un’azienda offrendogli le proprie prestazioni in cambio di nulla è insensato.
L’unico beneficio che un giovane potrebbe trarre da un lavoro gratuito è l’esperienza lavorativa che non è molto, ma sempre qualcosa, infatti la maggior parte delle aziende cerca solamente dipendenti con qualche esperienza lavorativa. Tuttavia l’esperienza lavorativa non si può di certo avere senza aver mai svolto un lavoro e dunque il prospetto di un lavoro non retribuito porta la maggior parte dei giovani a fuggire all’estero dove gli sbocchi lavorativi sono maggiori e ben pagati.
Non pagare una prestazione influisce sulla psicologia del dipendente, il quale si sentirà sfruttato e le sue aspettative di un lavoro pagato diminuiranno nel tempo. Inoltre porta la persona a chiedere aiuto a familiari per riuscire a coprire le spese delle bollette e delle tasse, tanto che circa il 30% dei disoccupati italiani vive ancora con i propri genitori. Una cosa molto triste pensando ai giovani nel mondo che viaggiano e che sono, fin da piccoli, abituati a svolgere qualche mansione.
Non è solamente la crisi che si interpone tra un giovane e il lavoro, ci sono altri fattori come la voglia di lavorare, infatti la maggior parte dei ragazzi non si preoccupa molto del futuro nella giovane età e quindi non è intento a svolgere lavori nel tempo libero. Ci sono molti ragazzi, ad esempio, che durante l’estate svolgono svariate mansioni per non far si che l’estate non frutti niente.
Questo non significa che non ci si possa svagare, però sarebbe giusto alternare lo svago ad un po’ di fatica.
Concludo con il dire che il lavoro non pagato non può risolvere in nessun modo la crisi di un Paese, bensì genera ulteriori problemi tra la popolazione disoccupata. Infatti un disoccupato non frutta nulla allo Stato,ma pesa soltanto dato che senza un salario non si possono acquistare beni e si tende a risparmiare, perciò le imprese ne risentono e tendono a tagliare personale e stipendi favorendo involontariamente la disoccupazione.
“Non svalutare la tua persona e il tuo lavoro lavorando gratis e arricchendo così solamente uomini che ti sfruttano. Piuttosto usa quel tempo per divertirti ed imparare molto altro in attesa della richiesta di un lavoro retribuito.”