Noi tutti abbiamo un diverso modo di affrontare il mondo intorno a noi, delle diverse capacità personali e un diverso approccio nel tentare di superare gli ostacoli che troviamo nel nostro percorso. Questo proprio perché siamo tutti diversi, ed in quanto tali, viviamo ogni giorno delle diverse situazioni; c’è chi sceglie di alzarsi presto la mattina per andare a correre e chi invece dorme fino all’ora di pranzo dopo aver fatto le ore piccole la sera precedente, c’è chi studia sui banchi di scuola e chi prende il treno per partire per un lungo viaggio.
Nonostante tutto, però, ci sono delle cose che ci accomunano, ed in particolare, il fatto che ciascuno di noi vive ogni giorno perseguendo degli obiettivi: è fondamentale avere uno scopo nella vita, qualcosa a cui aggrapparsi e che dipende esclusivamente da noi stessi.
Finiti gli studi, che siano quelli di una scuola superiore o un’università, ad esempio, si arriva alla fine di un percorso (che è stato la parte iniziale della nostra vita), ma allo stesso tempo se ne intraprende uno nuovo.
Ci si ritrova in quella situazione che in tutti gli anni precedenti era stata definita come “futuro”, forse troppo pianificata, o forse troppo poco.
C’è chi è fortunato e trova subito la propria strada, come c’è anche chi stenta di più; ultimamente soprattutto, cosa di cui ormai ognuno di noi è consapevole, c’è sempre meno spazio per i giovani nella società e nel mondo del lavoro, che tendono a tagliarli fuori, per un motivo o per un altro.
In Italia, in particolare, il tasso di disoccupazione giovanile è sempre più elevato (600.000 studenti che hanno finito gli studi sono ora senza occupazione) e sono pochi i giovani italiani, rispetto a quelli degli altri paesi europei, che scelgono di continuare gli studi all’università (circa 36 su 100).
Dunque, nel caso in cui non si trovi al primo tentativo un lavoro di proprio gradimento, è necessario continuare a provare, anche scegliendo di mettere da parte i propri interessi personali, e dedicandosi alla ricerca di un qualsiasi lavoro; avere un’occupazione è infatti fondamentale, poiché così si possono ricavare denaro e una realizzazione personale. Tranne che in casi di particolare agiatezza economica, non si può pensare di vivere una vita dignitosa senza lavorare per niente: è probabilmente la ragione di natura economica che spinge la maggior parte delle persone a cercare un’attività da svolgere che arrechi un profitto economico; c’è poi anche chi sceglie di lavorare per amore verso il suo mestiere, e questa è, forse, la migliore ipotesi in cui si possa sperare.
Ma, nel caso in cui non si abbia la fortuna di trovare un’occupazione in breve tempo, non sarebbe completamente sbagliato anche scegliere di lavorare gratis per un periodo di tempo, a patto che non sia troppo lungo; avere l’opportunità di praticare un mestiere, anche senza una ricompensa in denaro, è comunque importante, poiché potrebbe essere utile, per futuri colloqui di lavoro e per uno stesso curriculum, il fatto di avere comunque un’esperienza reale e sul campo. È sempre meglio tentare di fare qualcosa piuttosto che starsene con le mani in mano senza fare niente: lavorare, anche se gratis, può comunque far sentire parte di un qualcosa, e far prendere dimestichezza con il mondo del lavoro.
C’è però da valutare anche il fatto che concretamente una scelta del genere potrebbe portare anche a delle conseguenze sbagliate: l’importante dovrebbe rimanere la ricerca di un vero lavoro, che permetta di avere una buona vita economica e di inserirsi all’interno della società.
E’, quindi, una decisione da prendere soggettivamente e in base alle proprie esigenze: se si ritiene che un’esperienza del genere possa essere d’aiuto, a livello personale, per incrementare le proprie capacità e la propria consapevolezza, allora è una giusta scelta. D’altronde, ognuno di noi sceglie cosa fare della propria vita e come vivere le proprie esperienze: il nostro futuro è nelle nostre stesse mani.
Impariamo a fare le nostre scelte.