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Martin Lutero e la riforma protestante

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Martin Lutero nacque a Eisleben nella notte del 10 novembre 1483. L’ambiente in cui crebbe Lutero era cattolico e severo, ma anche rozzo e volgare, al punto che nella fede dei genitori entrava una componente di superstizione popolare, attinta soprattutto al paganesimo germanico. Nel 1497 Lutero frequentò la scuola di latino a Magdeburgo, presso i Fratelli della vita comune, un’associazione religiosa d’origine medievale. Per volontà del padre si iscrisse poi all’università di Erfurt (1501), dove conseguì il titolo di Baccalaureus artium. Lutero morì nel 1546 nella natia Eisleben. Il corpo di Lutero oggi riposa nella Schlosskirche di Wittenberg. La Riforma protestante o luterana è il movimento religioso, con risvolti politici di tipo rivoluzionario, che ha interessato la Chiesa nel XVI secolo e che ha portato alla nascita del “cristianesimo evangelico”. Figura centrale alla quale si attribuisce la nascita del movimento protestante è il frate agostiniano Martin Lutero. Tradizionalmente, la storiografia identifica l’inizio della Riforma con l’affissione, da parte di Lutero, di 95 tesi, da discutere in un pubblico dibattito sulle indulgenze e in generale sull’opera della Chiesa. Accusato di eresia dai domenicani, Lutero venne convocato a Roma per dimostrare la propria ortodossia: scegliendo, invece, di non sottoporsi a questo giudizio, il giovane professore di teologia dichiarava di non riconoscere più l’autorità della sede romana, imprimendo una svolta in effetti rivoluzionaria al cristianesimo dell’Europa occidentale. Il luteranesimo prevede un diverso approccio delle Sacre Scritture rispetto alla Chiesa cattolica, nel senso che le dottrine della Chiesa si basano solamente su quanto scritto nella Bibbia. Nel periodo medievale, la morte era continuamente in agguato e per l’uomo del tempo la preoccupazione principale era come salvare la propria anima. Anche Lutero ebbe tale preoccupazione e la superò elaborando sulla sua esperienza la teoria della giustificazione per fede, ossia in pratica l’uomo può salvare la sua anima avendo fede in Gesù Cristo e negando valore salvifico alle opere buone. Altro punto della Riforma protestante era la lettura diretta delle Sacre Scritture. Lutero notava che al suo tempo i preti non erano preparati dal punto di vista teologico e molti di essi si limitavano a recitare, non senza imperfezioni, frasi in latino. Al popolo era preclusa qualsiasi interpretazione delle Sacre Scritture, essendo queste lette in latino dal sacerdote e da quest’ultimo spiegate al popolo. Lutero provvide a tradurre la Bibbia dall’ebraico e dal greco al tedesco. Sebbene non fosse il primo, la sua versione della Bibbia fu la più importante in lingua tedesca. Quando il cardinal Caetano cercò di ottenere da Lutero una pubblica e completa ritrattazione, poiché egli non si considerava un eretico rifiutò la richiesta del legato invocando la protezione del papa contro i calunniatori e i nemici: fino a quel momento Lutero non aveva mai auspicato una frattura del mondo cristiano, tutti gli scritti di quel periodo dimostrano un chiaro intento di riformare dall’interno la dottrina della Chiesa, che ai suoi occhi aveva smarrito la missione assegnatale da Cristo. Verso la fine del 1518 fu inviato a Wittenberg il giovane sassone Karl von Miltitz, parente del principe Federico, con l’incarico di convincere Lutero a rinunciare alla polemica pubblica; in cambio il papato avrebbe garantito il silenzio degli avversari di Lutero in Germania. Il monaco riformatore accettò e promise di pubblicare uno scritto per invitare tutti a rimanere obbedienti e sottomessi alla Chiesa cattolica; questo testo fu intitolato Istruzione su alcune dottrine (1519). La tregua formale non durò che qualche mese giacché nelle università e in luoghi prestabiliti avvennero dibattiti e confronti. Il più noto di questi confronti accademici fu quello svoltosi a Lipsia nel febbraio del 1519 tra Lutero e un professore proveniente da Ingolstadt, Johann Eck. L’importanza di questo dibattito risiede nell’ammissione da parte di Lutero di condividere alcuni punti della dottrina hussita. Ciò fornì al papato il capo di imputazione necessario per la condanna di Lutero giacché cento anni prima il Concilio di Costanza aveva giudicato le proposizioni hussite come eretiche. Tornato a Wittenberg, Lutero si rese conto del pericolo che stava correndo e cercò di spiegare meglio la sua posizione con un opuscolo, le Resolutiones Lutherianae super propositionibus suis Lipsiae disputatis, ma il chiarimento non sortì alcun concreto effetto. Nel gennaio del 1520 si riunì a Roma il primo concistoro contro Lutero, e in giugno fu emanata la bolla Exsurge Domine che intimava a Lutero di ritrattare ufficialmente le sue posizioni o di comparire a Roma per fare altrettanto, pena la scomunica: infine, il 3 gennaio 1521 con la bolla Decet Romanum Pontificem, Leone X scomunicava Martin Lutero. L’accusa era di eresia hussita, mentre Lutero continuava la sua opera teologica pubblicando nuovi scritti che invocavano la pace e la separazione delle faccende temporali da quelle spirituali, in conformità con le teorie agostiniane che Lutero non rinnegò mai. In merito all’Eucaristia – che Lutero chiamava heilige Abendmahl nel Liber Concordiae – egli negava la transustanziazione come trasformazione di pane e vino in corpo e sangue di Cristo continuando però ad affermare la presenza reale di Gesù, ma insieme al pane e al vino, secondo la teoria da lui definita Sacramentliche Einigkeit (unione Sacramentale) e nota, soprattutto tra non luterani, come consustanziazione. In merito al Servizio divino, la cui liturgia era celebrata nella lingua del popolo ma parzialmente anche in latino, non vi è uniformità di vedute da parte degli altri protestanti. La Riforma negò che ci potessero essere altri intermediari tra l’uomo e Dio al di fuori di Gesù Cristo. Ne consegue il rifiuto dell’invocazione dei Santi, di Maria, e del ruolo intercessore della Chiesa. La riforma spiega come il cristianesimo non possa avere come capo una persona, avendo come unico capo Gesù Cristo. L’organizzazione delle chiese luterane era basata su tre modalità: quella episcopale, quella presbiterio-sinodale, e quella in cui il principe rivestiva il ruolo di episcopo nel suo territorio. Le dottrine della chiesa devono essere verificate dalle Sacre Scritture: non sono più necessari intermediari per la salvezza, viene quindi ridimensionata la gerarchia ecclesiastica. Restano come sacramenti il battesimo, l’eucarestia, nella quale si riafferma la presenza reale ma si nega la transustanziazione, in favore della consustanziazione, viene mantenuta parzialmente anche la confessione. Gli altri sacramenti tradizionali, come il matrimonio o l’ordine sacro non sono aboliti ma considerati riti ecclesiastici.

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