Per “Innovazione” si intende “l’atto, l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzione e sim.” (cfr. Vocabolario Treccani).
L’esordio della scienza moderna nel 1600 fu indubbiamente alla base di mutamenti significativi sul piano culturale, sia in senso materiale che simbolico. A partire dalla rivoluzione scientifica cominciò ad affermarsi una concezione della disciplina come di un sapere oggettivamente verificabile e pubblicamente controllabile. Con il tempo tale modello conoscitivo andrà assumendo i connotati di un sapere “imperialistico”, che tende cioè a porsi come criterio di validità delle altre forme di conoscenza.
Oggi la scienza si trova dovunque intorno a noi, soprattutto sotto forma di tecnologia, che rappresenta la vera e propria applicazione delle scoperte in tutti i diversi ambiti, così radicata e presente che quasi non ce ne accorgiamo.
Cosa sarebbe oggi l’uomo senza la scienza e la tecnologia? Comunemente si ritiene che è grazie ad esse che il mondo possa proseguire nella sua lunga e prosperosa “scalata verso il progresso”, consentendo l’allungamento e il miglioramento della vita media degli uomini. Sono il progresso e il cambiamento che fanno sì che l’uomo si senta appagato ed abbia la possibilità di applicare le sue conoscenze e i suoi talenti in tutti gli ambiti.
Ci siamo abituati a questo nuovo stile di vita, reso automatico e veloce dalle moderne innovazioni. Ciò permette di vivere in un mondo definibile come “nostro”, un mondo che conosciamo sempre meglio e con cui possiamo interagire quasi senza più frontiere virtuali. L’uomo tende a voler creare il mondo più accessibile, più “comodo” e per fare ciò si serve della scienza e delle sue applicazioni.
Grazie alla ricerca scientifica oggi possiamo salvare le vite di molte persone (pensiamo ai progressi nell’ambito della medicina e della farmacologia). Le possibilità applicative sono potenzialmente infinite.
Già Bacone sosteneva nella sua opera “Nuova Atlantide” che la città ideale fosse quella in cui la scienza si pone al pieno servizio dell’uomo, collaborando allo sviluppo tecnico.
La fiducia nella scienza e nella tecnica accomunavano intellettuali quali Cartesio, Voltaire, Comte, per citarne solo alcuni.
Ci sono tuttavia studiosi che ne mettono in evidenza le criticità e gli aspetti negativi. Heidegger, ad esempio, evidenziava come questo modo di procedere della scienza non fa che aumentare l’estraniamento dell’uomo nel mondo, facendolo apparire come un semplice oggetto tra gli oggetti, una rappresentazione tra le rappresentazioni, calcolabile e manipolabile.
C’è chi mette in evidenza come un processo di sviluppo così rapido e spesso senza un controllo mirato, possa potenzialmente danneggiare il mondo e l’uomo stesso, inducendolo, ad esempio, a condurre una vita sempre più sedentaria. Del resto la scienza non si occupa solo di invenzioni che contribuiscono al benessere collettivo (di tutti e di ciascuno) e non sempre è foriera di pace. La storia ce lo dimostra. Pensiamo ad esempio alle bombe atomiche che provocarono le stragi di Hiroshima e Nagasaki. Al giorno d’oggi, Inoltre, alcuni sfruttano gli OGM e il loro potere sulla natura e sull’uomo per i propri scopi andando a danneggiare il pianeta e la nostra biodiversità.
Sta quindi a noi valutare quanto siamo realmente disposti a fare in modo che le innovazioni scientifiche migliorino la vita, siano sinonimo di progresso per l’intero genere umano, o, al contrario, rappresentino delle forze che l’uomo ha generato ma che, come lo stregone che non riesce più a dominare le potenze infernali da lui evocate, le si ritorcono contro.
Credo che l’innovazione possa rappresentare un sinonimo di progresso a patto che torniamo a dirigerne consapevolmente la direzione. Una frase adatta a riassumere questa prospettiva è quella espressa in un’intervista da Stefano Scabbio che vado a citare: “Il progresso è un’opportunità, basta farsi trovare preparati”. La preparazione di cui abbiamo bisogno è la conoscenza e sono i riferimenti etici.
Già Francesco Bacone con il motto “sapere è potere” sottolineava come la conoscenza potesse garantire all’uomo il dominio sulla natura e il progresso. Occorre implementare la conoscenza, affiancata a considerazioni di carattere valoriale, per fare in modo che si possa raggiungere una condizione di ragionevole e sostenibile benessere del genere umano.
La Festa della Scienza e della Filosofia è un’occasione importante per diffondere la cultura scientifica e filosofica e per far riflettere su tematiche di grande attualità. La sua innovazione passa attraverso la divulgazione. L’uso di internet e del Social Network permettono di conoscere l’iniziativa al di fuori della città in cui si svolge e di coinvolgere tante scuole e tante persone che, a vario titolo, sono interessate ad acquisire maggiore consapevolezza in un orizzonte di condivisione e confronto di idee e opinioni diverse. Penso quindi che anche questa importane manifestazione, giunta alla sua VII edizione, possa contribuire a rendere l’ “innovazione” sinonimo di “progresso” rimarcando l’importanza dell’informazione e della conoscenza, essenziali per uno sviluppo e un processo consapevole.