PROBLEMA DEI SETTE PONTI
Nella mia relazione ho deciso di introdurre uno sfondo psicologico, oltre a quello scientifico e filosofico, dato che il mio indirizzo di studi è quello delle Scienze Umane. Mi appassiona molto il mio tipo di scuola poiché ritengo che gli argomenti che trattiamo gettino le fondamenta che permettano ad ogni tipo di ricerca di svilupparsi. Sono convinta di ciò perché l’uomo,
che noi studiamo in tutti i suoi aspetti , a mio parere è la mente organizzatrice della realtà che ci circonda, nonostante questa mia concezione possa apparire paradossale e supponente .
Detto questo, la mia indagine s’incentrerà su come cambia la reazione davanti ad un problema nel mondo dei bambini rispetto che in quello degli adulti.
Ho effettuato delle ricerche e ora posso affermare che si riscontrano rilevanti differenze, quando si propongono due differenti problemi, uno a un pubblico di bambini ed uno ad un pubblico di adulti, che si basano entrambi sullo stesso principio.
Davanti al problema dei sette ponti, proposto agli adulti sul web, questi rispondono ostentando sicurezza nelle proprie capacità risolutive, fornendo anche consigli a colui che propone il problema suo sito internet. In un canale YouTube in cui e’ stato proposto lo stesso problema possiamo addirittura osservare che molti adulti, o comunque adolescenti, propongono all’amministratore del sito di migliorare la qualità video.
IL PROBLEMA DEI NOVE PUNTINI
Nel mondo dei bambini accade l’opposto. Viene proposto a dei bambini di età compresa tra i 6 e i 7 anni di trovare una soluzione al problema dei nove punti. Le reazioni davanti a questo interrogativo da parte dei bambini possiamo studiarle attraverso i loro commenti. C’è chi afferma “e’ impossibile”, o “non torna”. Una bambina afferma “lo so che lo hai fatto per farcelo apposta, questo e’ possibile, solo che c’e’ un trabocchetto”. In seguito arriva un suggerimento da parte di un bambino: “ bisogna passare dall’ esterno “. Le reazioni alla fine sono principalmente due: la maggior parte dei bambini si scoraggia, non sentendosi in grado di affrontare una simile difficoltà, gli altri continuano imperterriti a ricercare una risposta . In psicologia è utile e necessario sottoporre a bambini di giovane età “ concetti matematici “ , così da spingere gli “adulti del futuro” ad allenare le proprie capacità percettive, di osservazione e d’indagine. I bambini riusciranno così da credere nelle proprie capacità risolutive in futuro, vicino o lontano che sia.
Letizia Odoardi