Secondo i dati riportati dall’OCSE,dagli anni ’80 ad oggi,il divario tra ricchi e poveri è andato aumentando,a tal punto che il 10% della popolazione più ricca detiene un reddito medio superiore di 9 volte a quello del 10% più povero. Si tratta di un divario che riguarda la maggior parte degli stati,compresi alcuni tradizionalmente egualitari come la Germania,la Svezia e la Danimarca pur rimanendo tra i meno accentuati.
La disuguaglianza tra ricchi e poveri è un tema attuale anche nel nostro paese. Infatti gli italiani che versano in povertà assoluta sono quasi raddoppiati fino ad arrivare a 6 milioni. Secondo la Coldiretti sono 4 milioni gli italiani che chiedono un aiuto per mangiare; e secondo la CIA,la confederazione degli agricoltori,le famiglie che hanno tagliato gli acquisti alimentari sono addirittura il 65% del totale. Si potrebbe pensare che la crisi sia la causa di questo fenomeno,ma non è così perché è un processo che parte da prima e che negli ultimi anni si è accentuato grazie alla crisi stessa. In questa fase di forte disuguaglianza anche lo stato risente degli effetti negativi e il paese rimane bloccato in una fase stazionaria che non gli permette di svilupparsi e di crescere.
Il modo migliore per ridurre la disparità tra ricchi e poveri è creare posti di lavoro qualitativamente e quantitativamente migliori che offrano buone prospettive di carriera e la possibilità concreta di sfuggire alla povertà. Bisogna ripartire dal capitale umano, investendo nella ricerca e nell’istruzione cosa che,il nostro paese negli ultimi anni, ha fatto di meno rispetto agli altri paesi europei. A livello mondiale molte associazioni tentano di risolvere il problema. Tra i 17 obbiettivi per lo sviluppo sostenibile entro il 2030, possiamo trovare anche l’obbiettivo n°10 che punta a ridurre le disuguaglianze. Lo scopo è quello di porre l’attenzione sullo sviluppo monitorando l’inclusione sociale,economica e politica dei cittadini eliminando qualsiasi divario riguardante il sesso,l’etnia,la religione e la ricchezza.
In conclusione l’Italia come il resto del mondo presenta due facce:la faccia ricca e la faccia povera. Basterebbe poco per ridurre le disparità perché partire dalle occupazioni sarebbe la soluzione. Se la disoccupazione giovanile diminuisse, probabilmente avremo molti più giovani che formano una famiglia e il denaro che circola all’interno del mercato aumenterebbe andando a diminuire il divario tra ricchi e poveri.
Sofia Valentini