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Lo stato come progresso

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Negli ultimi decenni si fa sempre più evidente il divario tra ricchi e poveri. Nella società mondiale i poveri crescono a dismisura mentre i ricchi incrementano la loro capacità economica sempre di più.

In Italia, ad esempio, l’1% della popolazione ricca possiede il 25% della ricchezza nazionale. I ricchi sono sempre più ricchi mentre il fenomeno della povertà interessa una porzione sempre più ampia dei cittadini. Tutto questo avviene sia a livello nazionale che mondiale. Si stima che, dal XXI secolo, i ricchi che costituiscono l’1% della popolazione mondiale si siano visti aumentare la loro ricchezza del 5%. Da fonti Istat in Italia, la classe media non riesce più a far fronte ai propri fabbisogni e la famiglia tipo, composta da padre, madre e due figli è quella più a rischio di povertà in quanto non riesce più a sostenere le spese. La grande crisi economica degli ultimi anni ha colpito molti Paesi e stiamo ancora subendo i suoi effetti in quanto non ancora finita.

Appartenere a una determinata classe sociale, soprattutto in questa società, condiziona la possibilità di avere accesso alle risorse economiche e ci fa capire la condizione in cui il soggetto vive, i suoi rapporti con il mondo esterno, le opportunità che può avere. La forbice tra ricchezza e povertà si è accentuata a causa della diminuzione del potere d’acquisto e dell’aumento del costo della vita.  Acquistare 1 Kg. di pane disponendo di uno stipendio di 1.000 euro mensili per nucleo famigliare non è come comprare lo stesso prodotto potendo contare su uno stipendio mensile di 5.000 euro.

Si potrebbero trovare delle soluzioni a queste problematiche aumentando gli stipendi mensili oppure riducendo i costi di acquisto dei prodotti. Per aumentare gli stipendi dovrebbe intervenire lo Stato riducendo la tassazione che colpisce il costo del lavoro. Ciò porterebbe un beneficio concreto ed immediato per le famiglie. Contemporaneamente lo Stato dovrebbe ridurre le spese, facendo attenzione agli sprechi. Altro metodo per far crescere il potere di acquisto delle famiglie potrebbe consistere nel fare in modo che le imprese riescano a produrre con meno costi, garantendo stipendi più elevati ai propri dipendenti. Oppure, come qualcuno sostiene, si potrebbe arrivare a pensare di stravolgere completamente l’intero sistema economico, rincominciando dall’inizio, individuando nuove strategie che evitino questa disparità tra ricchi e poveri.

Sempre più spesso è evidente come l’equilibrio familiare, nucleo della società, passi attraverso la stabilità economica e la possibilità di disporre di un quantitativo di ricchezza tale da garantire la dignità dei suoi componenti. Sarebbe sufficiente riflettere su questo aspetto per capire l’importanza di avvalersi dei contributi della politica, dell’economia, della cultura per eliminare, o quantomeno ridurre significativamente, la disparità tra ricchi e poveri.

 

 

Gasparrini Francesca

 

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