Home Ambasciatori della Festa di Scienza e Filosofia I ricordi: come ricordiamo e quanto sono importanti

I ricordi: come ricordiamo e quanto sono importanti

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I ricordi sono immagini del passato che si archiviano nella memoria, sono delle riproduzioni successive in un momento determinato, alle quali normalmente cerchiamo di dare un’interpretazione e che, spesso, sono legate a un certo carico emotivo. Ricordare vuol dire rivivere eventi passati nel tempo presente, avere la possibilità di tornare indietro a sensazioni belle o brutte che si credevano perdute. Usare la memoria tuttavia significa anche non dimenticarsi la lista della spesa o il film che si è visto una settimana prima. La memoria si basa su tre processi fondamentali quali: acquisizione delle informazioni, conservazione delle stesse e ricordo. Gli studi sulla memoria sono tuttora incerti e in continua evoluzione, sicuramente essa è influenzata dagli aspetti affettivi ed emotivi e questo rende più difficile l’analisi scientifica.

Non ricordiamo tutto, ma selezioniamo gli eventi in base alla loro rilevanza, anche perchè senza tale filtro il nostro cervello sarebbe continuamente bombardato da informazioni e impossibilitato al ragionamento. Risulta ancora poco chiaro come possano riaffiorare alla mente particolari del passato e nel contempo non si riescano a ricordare eventi estremamente recenti. La categorizzazione interna più nota si basa sui tempi di permanenza delle informazioni all’interno della mente: qui parliamo di memoria a breve termine, fondamentale per acquisire e ricordare elementi utili sul momento che poi vengono rimossi; e di quella a lungo termine, che permette la conservazione duratura, anche inconsapevole, dei contenuti percettivi. Purtroppo i meccanismi di acquisizione, conservazione e ricordo possono anche difettare fino a diventare inefficaci: questo avviene soprattutto nella tarda età adulta ed è detta demenza, Quando raccontiamo un aneddoto o cerchiamo di ricordare un avvenimento passato, crediamo di narrare le cose esattamente come sono avvenute. La verità, però, è che di solito la nostra mente modifica i ricordi. La mente modifica i ricordi in base al presente, perché cerca di far sì che tutti i pezzi siano coerenti con il momento attuale. La zona del cervello che si incarica di editare queste informazioni si chiama ippocampo. La nostra personalità gioca un ruolo importante quando si tratta di costruire dei ricordi. Potremmo persino arrivare a confondere la realtà con delle cose inventate. Questo è il caso delle persone molto sognatrici, che di fronte ad avvenimenti positivi possono esagerare i fatti accaduti o inventare piccoli dettagli che rendano il ricordo ancora più bello. Queste persone non sono coscienti di mentire, perché per loro è naturale “abbellire” i ricordi in modo che nella mente rimangano impresse queste nuove immagini più piacevoli. Un falso ricordo può crearsi anche per aggregazione: da varie memorie distinte possono essere estrapolati frammenti che nella mente umana vengono ricombinati insieme.

IL NEGAZIONISMO:

Il negazionismo (di un evento storico come un genocidio o una pulizia etnica o un crimine contro l’umanità) è una corrente pseudostorica e pseudoscientifica del revisionismo che consiste in un atteggiamento storico-politico che, utilizzando a fini ideologici-politici modalità di negazione di fenomeni storici accertati, nega contro ogni evidenza il fatto storico stesso.

In alcuni paesi è reato la negazione del genocidio del popolo ebreo e, in casi particolari, è punito con la reclusione fino a 10 anni. L’Unione europea ha preso posizione il 28 novembre 2008 contro il negazionismo, chiedendo che ciascuno Stato membro adotti le misure necessarie affinché siano resi punibili tali comportamenti.

Giuseppe Milone

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