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LA MEMORIA INVOLONTARIA E IL TEMPO

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“… nulla sveglia un ricordo quanto un profumo” Victor Hugo.

Un odore, un sapore, un gesto, un oggetto, spesso evocano in noi un ricordo del passato, ma lo può provocare anche una madeleine (dolce tipico francese), come succede allo scrittore francese Marcel Proust che ne parla nel suo romanzo “Alla ricerca del tempo perduto”.

In questo episodio troviamo spiegato cosa Proust intende per “memoria involontaria” ovvero quel processo che ci fa riaffiorare un ricordo senza che si faccia niente di consapevole per suscitarlo. Oggi il suo romanzo viene letto dai più grandi studiosi di neuroscienze, si pensa infatti che Proust, attraverso l’attività letteraria, abbia contribuito ad aprire un strada alle neuroscienze. Proust contrappone alla memoria involontaria quella volontaria, che agisce nel momento in cui recuperiamo il passato con un atto di volontà, ad esempio quando studiamo un argomento storico. Il recupero del passato per Proust però avviene principalmente attraverso la memoria involontaria dal momento che è qualcosa che abbiamo vissuto personalmente. Oggi la spiegazione che dà lo scrittore sulla memoria involontaria viene messa in dubbio da altri scrittori che ritengono la madeleine non come una vera esperienza involontaria: in primis perché oggi le parole e i pensieri superano il potere evocativo degli odori, che Proust invece considerava  superiore agli altri stimoli e in secondo luogo perché una memoria involontaria si manifesta immediatamente, cosa che non appare nel medesimo romanzo dove Proust si impegna a ricordare.

Ma perché “Alla ricerca del tempo perduto”? Questo titolo identifica pienamente l’intero romanzo. Infatti Proust restituisce senso alla memoria che contiene il tempo di ciò che è stato dimenticato.

Spesso accade di visitare un luogo dove non siamo mai stati, eppure tutto di quel luogo ci sembra familiare; ci sembra di riconoscerlo, ma non riusciamo a collocarlo in un tempo ben preciso, reale. Qualcosa che pensiamo di aver dimenticato, perduto per sempre ecco che in pochi secondi ritorna a noi come se niente fosse, come un nuovo ritrovamento.

Memoria, perdita, ritrovamento si inseguono continuamente e, solo quando si incontrano, riescono a riconoscersi e darsi un senso. Anche quando si pensa di essersi dimenticati di qualcosa, alla fine c’è sempre la possibilità di ricordare  quello che abbiamo creduto di perdere per sempre;  non ha senso accantonare i ricordi credendo di alleggerire la memoria.  Il tempo è il luogo dove vengono rispolverati i ricordi sia belli sia brutti. Il tempo e  la memoria ci ricordano ciò che ha segnato la nostra vita, ciò che abbiamo vissuto e,  senza renderci conto, in realtà sono il battito di uno stesso volo.

Giorgia Volpi

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