Può essere locale, visiva, anterograda, retrograda, storica, collettiva, a breve termine, a lungo termine, centrale, di massa, virtuale, volatile e generica. La memoria è definita come la funzione psichica di riprodurre nella mente l’esperienza passata, di riconoscerla come tale e di localizzarla nello spazio e nel tempo.
Nel pensiero comune la memoria è spesso immaginata erroneamente come una sorta di archivio che contiene tutti gli eventi e le esperienze vissute divisi in “cassetti” ordinati in vario modo. Questo stereotipo è stato riproposto dalla serie tv “Black Mirror” in una delle sue puntate in cui viene ipotizzato un futuro dove tutti saranno dotati di un chip che memorizza ciò che le persone vedono, fanno e sentono, con la possibilità di ripescare eventi e riproporli con le relative conseguenze, spesso negative e pericolose. Diversamente la psicologia ci dimostra che la memoria è una realtà molto più complessa, le cui informazioni vengono richiamate alla mente attraverso diversi dati sensoriali. Solitamente è comune parlare di memoria visiva/locale, quella che ci permette di localizzare nella mente il punto esatto di una parola o di un concetto su carta, un evento o un’immagine.
Diverso è l’effetto che odori e sensazioni olfattive sono in grado di evocare, emozioni più o meno gradevoli che pervadono improvvisamente la nostra mente. In quel momento non si sta aprendo dei cassetti alla ricerca di un determinato ricordo, ma sono le immagini a venirci incontro spesso con prepotenza, coinvolgendoci emotivamente attraverso gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto.
Si può arrivare addirittura alla situazione in cui, sentendo ad esempio un profumo, si abbia subito la percezione di averlo già sentito senza agganciarlo ad una vera memoria, ma provando al tempo stesso un’esperienza emozionale forte, ma indistinta. In questi casi spesso è l’emozione a prevalere sul ricordo, che invece appare piuttosto come un’immagine sbiadita.
“Era meglio una volta”. Quante volte abbiamo sentito questa frase, eppure viene ripetuta continuamente dalle varie generazioni che si susseguono. Si parla di nostalgia di tempi migliori e felici o è la memoria che spesso ci porta a distorcere esperienze e vissuti personali? La cosiddetta memoria selettiva è in grado di farci tornare in mente solamente momenti divertenti, di gioia e/o di soddisfazione di un periodo complessivamente positivo della nostra vita e al contrario ad evidenziarne gli aspetti negativi di periodi cupi. L’intero vissuto viene quindi ridotto ad un’unica connotazione di forte nostalgia o forte rifiuto, portandoci ad omettere le numerose sfaccettature del passato che invece sono importanti per mantenere vivi i ricordi.
Sofia Innocenzi