Buongiorno ing. Nespoli,
mi chiamo Nicole Ianeselli, frequento la classe 3 sez. E del Liceo Scientifico E. Torricelli di Bolzano e le scrivo in merito al progetto di alternanza scuola-lavoro.
Ho scelto di scrivere a lei sia perché sono sempre stata affascinata dall’astronomia e dalle missioni spaziali, sia perché in parte le sue missioni spaziali sono legate all’argomento che ho deciso di affrontare in questo progetto: i mezzi di trasporto, dagli ominidi alle macchine volanti.
In questa ricerca ho affrontato l’evoluzione dei mezzi di trasporto che hanno consentito all’uomo, spostandosi sempre più velocemente, di “accorciare” le distanze e di raggiungere mete sempre più lontane; ora, attraverso i viaggi spaziali, l’umanità ha iniziato ad esplorare il “mondo al di fuori del mondo”, oltre la nostra Terra.
In merito a ciò avrei molte domande da porle ma, con particolare riferimento all’oggetto della mia ricerca, volevo chiederle quali sensazioni ha provato durante i viaggi spaziali, specialmente durante le fasi di decollo e di rientro durante le quali gli astronauti devono essere sottoposti a notevole stress psico-fisico.
Per esempio:
-
si possono paragonare i valori di accelerazione in fase di decollo ai quali è sottoposto il corpo umano a quelli causati da altri mezzi di trasporto presenti sulla terra?
-
una missione spaziale potrebbe essere affrontata da chiunque, in buono stato fisico, o è indispensabile una specifica preparazione fisica per poter sopportare le sollecitazioni del decollo?
-
e infine, crede possibile che un giorno si riesca a raggiungere velocità (prossime alla velocità della luce) tali che l’uomo riesca a raggiungere altri pianeti anche fuori dal nostro sistema solare?
La ringrazio anticipatamente per l’attenzione e la saluto cordialmente
Nicole Ianeselli