Egregio professore R. Battiston, sono uno studente del liceo scientifico E. Torricelli di Bolzano e quest’anno la mia classe ed io parteciperemo al festival della scienza e della filosofia di Foligno. Leggendo il programma della manifestazione, sono rimasto affascinato dalla Sua conferenza: “Space economy, una finestra sul futuro del mondo”.
Navigando in rete ho appreso, che con il “Piano Space Economy” si vogliono identificare le attività di ricerca e sviluppo realizzate dalle aziende del territorio nazionale con la collaborazione di centri di ricerca e università, collegate al settore aerospaziale. Riguardo al nostro pianeta ormai si conosce praticamente tutto, mentre sono più arretrate le conoscenze dell’ambiente extraterrestre.
Anche se già nell’antichità gli uomini osservavano e documentavano gli astri, l’inizio dell’astronomia moderna avviene con l’invenzione del telescopio di Hans Lippershey, perfezionato poi da Galileo Galilei. Negli anni, che vanno dal 1600 fino ad oggi, si susseguirono una serie di scoperte, successi e fallimenti che determinarono la conoscenza che possediamo al giorno d’oggi riguardo a questo campo.
In un suo articolo pubblicato sul sito dell’ansa il 16 marzo 2018, ho letto che uno dei grandi obiettivi finali del “Piano Space Economy” è quello dell’arrivo dell’uomo su Marte.In quell’articolo ha affermato che il fenomeno potrebbe accadere tra 15-20 anni.Basandosi sulle tecnologie attuali e su quelle che stanno per essere introdotte, Lei ritiene
veramente che questa “impresa” si compia entro il tempo previsto, senza incombere in un fallimento?
Infine ritiene che sia possibile sviluppare un vero e proprio turismo spaziale, che offra la possibilità di andare nello spazio a prezzi contenuti?
La ringrazio per l’attenzione e spero che riesca a trovare il tempo per rispondere alle mie domande, perché purtroppo non riuscirò ad assistere alla Sua conferenza, in quanto sarò in viaggio di ritorno per Bolzano.
Cordiali saluti,
Davide Rosatti.