Piuttosto che analizzare uno specifico caso di dipendenza nelle sue particolarità, voglio soffermarmi e riflettere sulle modalità di dipendenza che esistono.
Sicuramente non si può classificare tale disturbo in una singola categoria, ma ne esistono diversi casi.
La dipendenza oltre che a diversificarsi per fattori scatenanti che possono essere droghe, gioco d’azzardo, medicine e via dicendo, ciò che può fare la differenza è la modalità e le circostanze che suddividono le dipendenze in fisica psicologica e comportamentale.
Le differenze sono sottili e allo stesso tempo abissali, poiché si tratta di analizzare da diversi punti di vista un’unica realtà e verità: la dipendenza.
La dipendenza fisica può subentrare nel soggetto dopo svariati anni o dopo pochi mesi o settimane, ciò dipende sicuramente dalla sostanza di cui si fa uso.
Questo tipo di assuefazione scientificamente parlando, è causata da un utilizzo cronico della sostanza per un periodo che può variare a seconda delle circostanze.
Il soggetto dipendente fisicamente da una sostanza è in continua ricerca compulsiva di stimoli in grado di appagarlo, nonostante spesso le conseguenze a cui si va incontro siano spiacevoli, quali la sindrome di astinenza.
La terapia in grado di rallentare e dissolvere la dipendenza fisica consiste nella somministrazione di una sostanza sostitutiva, che attraverso una graduale diminuzione, è in grado di guarire il paziente, almeno a livello difatti fisico.
In questo caso successivamente entra in gioco la dipendenza psicologica e/o comportamentale.
Con questo termine si indica un tipo di dipendenza forse più difficile da combattere, poiché risiede in noi stessi, nel nostro modo di pensare e vivere.
Essa comprende dei sintomi di astinenza emotivo-motivazionali, ossia uno stato di disagio, in grado di impedire di provare piacere, gioia, felicità, nel momento in cui si cessa l’utilizzo della sostanza.
Il paziente allora cerca qualsiasi stimolo pur di non far subentrare la crisi di astinenza.
Questa dipendenza si sviluppa stando strettamente e costantemente a contatto con un determinato stimolo.
Una cura può essere la terapia comportamentale nella quale ci si focalizza sul comportamento sintomatico, e si utilizzano tecniche di condizionamento/decondizionamento.
Le dipendenze perciò non sono affatto un elemento così semplice da abbattere, soprattutto perché nella maggior parte sono psicologiche, basti pensare alla sigaretta che si fuma se si è circondati da fumatori, dopo il caffè, davanti al computer.
Si associano a tale azione, altri momenti della giornata che fanno entrare il fumare una sigaretta, all’interno di un circolo vizioso dal quale è poi difficile uscire.
Altro esempio è il gioco d’azzardo che di fisico non ha nulla, se non il fatto che influenza profondamente la mente del giocatore, che perdendo invece di smettere, è spinto dall’adrenalina a provarci ancora e ancora.
La soluzione? Non iniziare, per evitare di cadere in un baratro da cui poi è difficile risalire.
Letizia Castellani