Quando si parla del gioco d’azzardo si parla di un’attività, o per meglio dire di una tipologia di gioco, costituita dal concorso di una certa somma di denaro, che ha come scopo la vincita o la perdita della somma investita.
Attività principalmente, se non unicamente, regolata dalla fortuna.
In due parole, investire dei soldi per poi tornare a riaverne: in realtà si spera in una somma più elevata rispetto a quella che viene giocata.
Le modalità di gioco sono veramente molteplici, dal “gratta e vinci” al Superenalotto, dal “win for life”, alle scommesse e a veramente molto altro.
Se lo si fa con razionalità non ci si scontra con nessun tipo di problema, ma nei casi più gravi il gioco d’azzardo potrebbe diventare una vera e propria patologia, il GAP appunto, dalla quale si esce solo con sedute di psicoterapia.
Più che di ludopatia si dovrebbe parlare di azzardopatia, perché non è tanto il gioco in sé che rende dipendenti, ma l’azzardo ad esso collegato.
Letteralmente inteso come incapacità del giocatore di porsi un limite, chi ne soffre fa dell’azzardo la principale attività o occupazione quotidiana.
La dipendenza comporta crisi di astinenza, che tendono ad aumentare insieme all’ansia, l’irrequietezza e l’irritabilità.
Come si viene a creare questa dipendenza? Il meccanismo sembrerebbe essere abbastanza semplice: quando qualcuno vince, il denaro ricavato costituisce un potente rinforzo del comportamento ludico, che si unisce alla gioia provata e spinge a continuare a giocare; se invece il giocatore perde, reagisce alla momentanea tristezza con un nuovo tentativo per recuperare la sconfitta, ritrovandosi quindi lo stesso schiavo del gioco.
Le persone maggiormente a rischio di GAP sembrerebbero gli uomini, ma non facciamoci ingannare da questa parola, con uomini si intende anche ragazzi, più propensi ai giochi online, perché più abituati ad utilizzare dispositivi che consentono di navigare in internet, e sono proprio i maschi i soggetti inclini a stati depressivi oppure soggetti ad impulsi irrequieti, competitivi e incostanti.
I nativi digitali sono inevitabilmente propensi ad abusare di computer, soprattutto nelle ore notturne, causa quindi della perdita di ore di sonno, che poi si ripropone nelle cose di tutti i giorni, come il fatto di andar male a scuola, apparendo stanchi e demotivati.
Nelle situazioni più gravi, le persone (maschi o femmine che siano), oltre a perdere molti soldi, spesso solo dei risparmi, tendono ad isolarsi estraniandosi dalla vita sociale e perdendo i rapporti con familiari e amici.
Capita di ascoltare fatti di cronaca di persone che arrivano a togliersi la vita perché in disagiate condizioni economiche: proprio per questo si dovrebbe usare la testa in qualsiasi momento, evitando di avere a che fare con l’azzardo, anche fosse solo per gioco.
Francesca Brunelli