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Luce

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La luce, da un punto di vista prettamente scientifico, “è un’onda elettromagnetica che si diffonde mediante raggi riducibili a delle rette. La fonte di luce più importante è il sole, dove avvengono le reazioni nucleari. All’ultimo strato di questa stella, il calore si diffonde radialmente e l’energia si propaga radialmente” (fonte skuola.net). Questa definizione è sicuramente oggettiva agli occhi di uomini di scienza, ma per coloro che intraprendono un percorso di studi prettamente umanistici, l’idea di luce è qualcosa di più profondo e simbolico di una definizione scientifica. La mia scelta è quella di provare a spiegare il significato che il più grande poeta di tutti i tempi, Dante Alighieri, dà alla luce; nella sua più grande opera, la Divina Commedia, la luce è un elemento essenziale che guida tutto il cammino del sommo Poeta dal buio infernale alla purezza, fino alla quiete totale del Paradiso. 

Nell’opera la terra è immobile al centro dell’universo e attorno ad essa ruotano nove cieli, sfere trasparenti mosse dagli angeli guidati da Dio. Oltre essi c’è l’Empireo, cioè “infuocato”, il Paradiso vero e proprio, luogo dove risiede Dio immerso in una luce purissima, una luce che rappresenta il candore, la perfezione e l’intelligenza degli esseri spirituali che lì risiedono. 

La prima luce che Dante vede all’inizio del suo cammino nella selva oscura, è quella di Virgilio, sommo poeta latino, maestro del suo “bello stilo”, che lo guiderà attraverso l’Inferno e il Purgatorio non potendosi spingere oltre dal momento che, nato prima di Cristo e di conseguenza non battezzato, non potrà mai vedere la luce di Dio. La figura di Virgilio rappresenta pienamente la luce, in quanto Dante trova in lui sicurezza, speranza, mentre prima di incontrarlo la sua anima era tormentata nell’oscurità. La “luce fioca” rappresentata da Virgilio diventa più forte di tutto il buio che lo circonda; questa luce che rappresenta il sapere e la conoscenza combatte contro le tenebre caratterizzate dall’ignoranza e dai limiti dell’uomo. 

Nella sua scalata verso l’Empireo Dante incontrerà un’altra figura fondamentale nella sua vita e cioè Beatrice, che lo guiderà fino a Dio. Il Poeta la raffigura come la donna angelo, una creatura celestiale la cui bellezza e tutte le virtù derivano direttamente da Dio che l’ha creata. L’incontro con la luce divina dispensata da Beatrice eleva l’anima di Dante fino al Sommo Bene, cioè fino a “vedere” Dio. 

La luce nell’Empireo si trasforma e diventa ancora più abbagliante, tanto che Dante, al cospetto di Dio, non riuscirà a guardarLo con i suoi occhi, ma solo a percepirLo con la sua anima. 

Il mondo che deriva dalla volontà divina, secondo Dante, può essere rappresentato da due soli elementi umani: la luce e l’armonia. Ho scelto questo tema proprio perché mi ha colpito la forza e la potenza dell’elemento “luce”, che risiede secondo me in ogni uomo; in assenza di essa noi vivremmo senza pace, senza identità. 

Nell’anima però, oltre alla luce, sono presenti anche l’ombra, i tormenti e le insicurezze; la luce e l’ombra rappresentano l’alternarsi fra il giorno e la notte.

Mancinelli Giovanni, Liceo Sesto Properzio classe: 3AS

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