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TEMPO

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“Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando.” Nella teoria della relatività non esiste un unico tempo assoluto, ma ogni singolo individuo ha
una propria personale misura del tempo. Queste sono le parole del fisico Albert Einstein, colui che notò che il tempo è relativo e la sua percezione cambia, scorre più lentamente o più velocemente a seconda della situazione. Ognuno di noi ha una misura del tempo,
diversa da persona a persona, che dipende da dove la persona si trova e da quello che sta vivendo durante lo scorrere del tempo. Usando le parole di Einstein:
Il tempo è relativo secondo la formula E = mc2
Oltre alla teoria, Einstein decise di dimostrare il fatto che il tempo è relativo facendo un esperimento. Due aerei partono dallo stesso punto della Terra allo stesso identico orario,
atterrando anche nello stesso identico punto. L’unica differenza è che il primo fa il giro completo della Terra da est verso ovest, mentre il secondo fa il giro completo della Terra da
ovest verso est. Secondo Einstein il primo aereo sarà in anticipo di 0.67 secondi (quindi un tempo minimo) rispetto al secondo aereo. Secondo il fisico questo accadeva perché,
andando da est verso ovest, l’aereo non andava contro il moto di rotazione della Terra anzi, lo assecondava, e quindi, assecondando il movimento della Terra, acquistava qualche
manciata di secondo di tempo! Ovviamente, con la teoria della relatività, Einstein buttava giù uno dei capisaldi della fisica
quindi molti scienziati non accettarono la sua teoria. Einstein, quindi , per avvalorare la sua tesi, creò l’esempio che oggi è considerato il più emblematico per spiegare la teoria della
relatività: il paradosso dei gemelli.


Due gemelli vengono presi in esame. Essendo gemelli hanno la stessa età: uno dei due viene mandato nello spazio, con una navicella veloce come la luce, mentre il fratello rimane
sulla Terra. Dopo vent’anni la navicella torna sulla Terra e si vede come un gemello sia invecchiato di vent’anni, mentre per quello che era nello spazio sono passati solo dodici
anni.


Il paradosso sta nel fatto che per uno sono trascorsi vent’anni, ma il gemello astronauta ha impiegato dodici anni per percorrere i vent’anni sulla Terra. Ma, lasciando perdere la fisica, la teoria della relatività esiste, ancora oggi, anche nella percezione del tempo di tutti i giorni; possiamo, quindi, affermare che ognuno di noi va ad
utilizzare, inconsciamente o meno, una particolare prospettiva temporale. Questa nostra modalità influenza le nostre decisioni, il nostro benessere e quello che siamo.


Come sostiene Zimbardo esiste un “tempo psicologico e soggettivo”, la cui percezione cambia da persona a persona e in merito anche al contesto che stiamo vivendo. E’ proprio vero quindi che solitamente il tempo ci costringe di conseguenza a pensare alla
durata. Anche Sant’Agostino diceva:
“Risulta dunque chiaro che futuro e passato non esistono e che impropriamente si dice che esistono tre tempi. Il presente del passato, il presente del presente, il presente del futuro”
Quindi se riflettiamo su quello che davvero è importante non potremmo che concludere che ciò che ha valore è il flusso del tempo, dell’esperienza che viviamo. Se guardiamo al
passato sarà impossibile modificarlo; vivere nel passato significa esserne prigioniero ed è tipico degli stati malinconici e depressivi, nei quali non v’è alcuna capacità di immaginare il domani e nessuna possibilità di esprimere quella creatività tipica del procedere in avanti per costruire attivamente il domani.

Viene a mancare il senso della vita, e si vive in attesa che il
futuro avanzi verso di noi, subendo il tempo. Non ci si dà la possibilità di imparare dalle esperienze di vita presente per attuare un cambiamento.Se pensiamo al futuro sarà forse
interessante, ma pur sempre molto complicato da pianificare, il futuro è infatti il terreno del desiderio e della speranza, ma anche di emozioni come l’ansia e l’angoscia, che si sviluppano in relazione all’imprevedibilità del domani. L’intolleranza dell’incertezza,
l’incapacità di controllare il futuro e l’imprevedibile: queste alcune caratteristiche principali di chi soffre di attacchi di panico o disturbo d’ansia. L’ansioso, vive nel futuro, perdendo di vista
il presente e tutto ciò che contiene.
Ma se potenzialmente ammiriamo il nostro presente possiamo apprezzare quelli che sono i veri valori essenziali della vita, della natura e del mondo.


Bura Linda, 4A Scienze umane
Liceo sesto Properzio, Assisi.

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