“L’infinito di Escher” è un’espressione che si riferisce alle opere dell’artista olandese Maurits Cornelis Escher che spesso esplorano concetti di prospettiva, spazio e infinito. Escher è noto per i suoi disegni intricati e per le illusioni ottiche che sfidano la percezione umana, spesso creando immagini che sembravano continuare all’infinito, come nelle sue famose opere “Ascendente e discendente” e “Mani che disegnano”.
Le “mani che disegnano” è un’opera realizzata nel 1948. La composizione presenta due mani destre che emergono da uno sfondo bianco. Una mano tiene una matita, mentre l’altra è utilizzata come supporto per disegnare. Tuttavia, ciò che rende l’opera così intrigante è il fatto che le due mani sembrano disegnare l’una l’altra in un ciclo senza fine. La mano che disegna sembra creare la mano che la sostiene, mentre quest’ultima sembra delineare la mano che disegna, creando un paradosso visivo che sfida le leggi della prospettiva e della percezione.
L’opera “Ascendente e discendente” di M.C. Escher, realizzata nel 1960, è un’illusione ottica che rappresenta una scala che sembra salire all’infinito e allo stesso tempo scendere all’infinito. Le figure umane si muovono su questa scala senza mai arrivare né in cima né in fondo, creando un ciclo senza fine. Quest’opera è un esempio perfetto della capacità di Escher di giocare con la prospettiva e di creare disegni che sfidano la percezione umana e le leggi della geometria.
Le sue opere hanno influenzato molti campi, inclusi l’arte, la matematica e la grafica computerizzata. Escher è strettamente collegato alla matematica in quanto, nelle sue opere, Escher trasformava concetti matematici astratti in immagini visive coinvolgenti, rendendo la matematica accessibile e affascinante per un pubblico più ampio. Ad esempio, ha esplorato la tessellazione, cioè il riempimento dello spazio con forme geometriche ripetute, utilizzando principi matematici per creare disegni complessi e dettagliati.
Inoltre, molte delle sue opere sono ispirate alla teoria dei gruppi, cioè un concetto matematico fondamentale che studia le proprietà di insiemi di simmetrie. La teoria dei gruppi si occupa dello studio dei gruppi che sono insiemi dotati di una “legge di composizione”che combina gli elementi del gruppo in modo specifico. Escher ha inoltre creato opere che sfidano le convenzioni della geometria euclidea tradizionale, introducendo concetti di geometria non euclidea, come le proiezioni iperboliche. Le sue opere offrono quindi una fusione unica tra arte e matematica, dimostrando l’interconnessione tra queste due discipline e la bellezza che può emergere da tale fusione, connessione che può essere ritrovata anche in filosofia. Le opere di Escher che rappresentano figure e strutture che sembrano estendersi all’infinito possono suscitare domande sulla natura dell’essere e dell’universo. La metafisica dell’infinito si riferisce allo studio filosofico delle idee sull’infinito, cioè qualcosa che non ha fine o limite. Essa si occupa di esplorare concetti come l’infinito spazio, tempo o numeri, e cerca di capire se l’infinito esiste veramente e cosa significa per la natura dell’universo e dell’essere umano. Si interroga su questioni come quelle se l’infinito sia un concetto matematico utile o una realtà ontologica, se possa essere compreso dalla mente umana e quali implicazioni abbia per la nostra comprensione della realtà.
Autori: D’Angelo Viviana, Mamara Carla, Lisa Di Gregorio – Scienze Umane Liceo Marconi Pescara.