Una delle tante domande che continuano ad avere nessuna risposta è quella del tempo. Che cos’è il tempo? Il tempo è qualcosa di assoluto oppure è un qualcosa di soggettivo? Se non ci fosse la vita, esso esisterebbe ancora? Fin dall’antica Grecia l’uomo si interroga costantemente su quale sia il vero significato del tempo, se esista realmente o se sia una illusione fittizia creata dall’uomo. Il tempo è la dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi. Esso induce la distinzione tra passato, presente e futuro. Si è iniziato a contare il tempo dal Big Bang, ovvero la nascita dell’universo, e, anche oggi, continua ad essere contato utilizzando come unità di misura il secondo e in base ad esso sono definite misure più ampie che ci hanno permesso di misurare il corso degli eventi. Siamo in grado di poter distinguere ciò che è accaduto e ciò che dovrà accadere. Il suo avvento, se così si può dire, ha condizionato la vita sia dell’uomo antico sia di quello moderno: ogni giorno della nostra vita è costituita da 24 ore, 1440 minuti, 86400 secondi ben scanditi. Può essere considerato come una necessità dell’uomo di sapere tutto, di poter controllare gli avvenimenti e quindi di pianificare ogni singolo momento, giornata e, perché no, anche la vita. Ma grazie a quale criterio si è riusciti a quantificare il tempo?
Concetti e paradossi simili sono già stati analizzati nell’antichità classica, soprattutto in campo filosofico come: i paradossi di Zenone che sfidavano la nozione del tempo e un esempio celebre è quello di Achille e la tartaruga secondo il quale l’eroe greco non raggiungerebbe mai una tartaruga, quindi voleva sostenere come il tempo fosse un’essenza inferiore alla logica ; Parmenide aveva cercato di dare un senso al tempo seppur in modo indeterminato affermando che il concetto di eternità esisteva, ma non il concetto di tempo poiché appartenente alla doxa (opinione di chi non conosce realmente); per Platone, secondo la sua definizione, il tempo è “l’immagine mobile dell’eternità” e per Aristotele il tempo è sia la misura del movimento secondo il “prima” e il “poi” sia il “senso del divenire secondo il prima e il poi”, affermando che lo spazio è necessario per definire il tempo e quest’ultimo definisce ciò che è materiale e ciò che è divino poiché quelle divine sono soggette all’unicità e all’incorruttibilità. Tra il Settecento e l’Ottocento, il filosofo tedesco Immanuel Kant dà un grande contributo alla ricerca filosofica sul tempo e viene definito, come lo spazio, una “forma a priori della sensibilità”. Per Kant tempo e spazio sono modi con i quali organizziamo il materiale di percezione, sono forme conoscitive e le sensazioni che noi proviamo sono messe in successione nello spazio e nell’interiorità. Il tempo, quindi, è qualcosa di assoluto o è soggettivo? Prima, però, bisognerebbe dire se il tempo sia sempre uguale e la risposta che viene data molto spesso è no. Non sembrerebbe uguale. Basti pensare a quando siamo a scuola e a quando usciamo: a scuola sembra che le ore non passino mai e quando ci divertiamo sembra l’opposto, che il tempo voli via. Si ha dunque una concezione diversa del tempo, una concezione psicologia e l’anima può essere definita come sua unità. Ciò porterebbe ad affermare che il tempo sia soggettivo e che dipenda dalle sensazioni o percezioni di ciascuno.
Ma se il tempo è soggettivo, esso come può essere misurato? Può essere realmente considerato infinito, o ha un inizio e una fine? Il concetto di tempo è un tema molto interessante e allo stesso modo alquanto difficile da trattare. Sembra difficile accantonare l’idea che il tempo possa essere infinito e/o che esso possa non esistere affatto. In relazione a ciò che è stato detto fino ad ora, cos’è il passato o il presente o il futuro? Se negassi l’esistenza del tempo questi concetti sarebbero inutili poiché se non lo passassi non saprei cos’è il passato, e se non lo vivessi non saprei cos’è il futuro. E’ anche lecito domandarsi che cosa intendiamo con ‘futuro’. Come può essere definito? Il futuro è l’anno, il mese, il giorno seguente rispetto al presente che viviamo? Ma anche un secondo è futuro, quindi..cos’è il presente? In base a quale criterio affermiamo che ciò che stiamo vivendo è il presente, poiché ogni secondo che passa è già futuro? Perché si parla di un eterno presente. Noi non ce ne accorgiamo affatto, è troppo difficile da comprendere. Questo concetto porterebbe a riaffermare la soggettività del tempo.
Nell’universo il tempo esiste? Chi ha stabilito nello spazio il concetto di tempo? Ovviamente l’uomo, e questo perché? Per poter spiegare tutto.