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LA CRISI E I TIMORI DI NOI GIOVANI

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La crisi, i timori legati all’euro e la disoccupazione giovanile sono ormai da anni oggetto di discussione in gran parte delle case italiane. Ad oggi non si è ancora arrivati ad una vera soluzione. Molti risultano essere i giovani adulti che sempre più spesso, finito il percorso di studi, si ritrovano senza lavoro o, peggio ancora, senza alcuna prospettiva lavorativa futura. Situazione che ricade anche sulle scelte di vita. La disoccupazione giovanile ha causato in Italia nel 2012 la maggior perdita economica d’Europa. I giovani che non lavoravano, non studiavano né seguivano corsi di formazione, erano il 15,9% per una fascia di età che andava dai 15 ai 29 anni. Dire che la colpa è della crisi è un modo per scaricare responsabilità che purtroppo sono ben più radicate e per questo difficili da ammettere e affrontare. Nel nostro Paese sono molti i fattori che hanno influenzato e causato la disoccupazione ma innanzitutto bisogna sottolineare una radicale differenza tra nord e sud. La parte settentrionale è sicuramente più agevolata rispetto a quella meridionale, in primo luogo per il diverso sfondo sociale che offre ai cittadini opportunità differenti da quelle che si possono trovare in città come Napoli o Palermo, dove il tasso di corruzione è molto più alto. Ma oltre alla corruzione, problema con radici ben piantate in Italia, il nostro Paese non ha investimenti e non promuove in alcuna maniera una competitività sana che spinga i giovani a sognare in grande. Quante volte si è sentito parlare di giovani senza futuro, senza alcuna prospettiva, di fronte ai quali l’unica via verso una vita diversa risultava essere andare via dalla nostra terra? Tutto ci  non fa che alimentare un immagine negativa del nostro Paese, che è terzo nella classifica dei paesi con il maggior tasso di corruzione in Europa, aspetto che non spinge i paesi esteri ad investire su di esso. Inoltre se si considera una fascia di età che va dai 15 ai 19 anni, la ricerca di un lavoro è sviluppata solo tramite le proprie conoscenze: amici, familiari ecc… Ci  delinea una convinzione che caratterizza da sempre la nostra Italia, secondo la quale contano più le “amicizie” che i meriti. La domanda perci  sorge spontanea: in una società che ha salde radici nella corruzione, come tronco uno Stato che non investe e come rami dei giovani senza futuro, quali sono le soluzioni? Una lotta efficace della corruzione da un lato e una grande sfida culturale dall’altro.

Letizia Castellani

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