Una parola che utilizziamo quasi tutti i giorni ma in realtà solo pochi sanno darle un significato appropriato è la parola memoria. La memoria in realtà è un concetto più ampio che va al di là di una semplice definizione. Infatti molteplici sono i significati che le vengono assegnati ma solo pochi possono essere considerati più o meno giusti. La memoria è la capacità dell’individuo di conservare tracce della propria esperienza passata e di servirsene per entrare in rapporto con la realtà presente e futura. La memoria è una complessa funzione della nostra mente, grazie alla quale conserviamo informazioni e impressioni, localizzandole esattamente nello spazio e nel tempo, per renderle disponibili alla coscienza attraverso il ricordo. Memorizzare è una funzione dei neuroni che ci consentono un’acquisizione più o meno stabile di tutto ciò che apprendiamo e di possedere la storia della nostra vita, con tutte le emozioni che la accompagnano. In maniera simile possiamo parlare di memoria storica. Essa è un diario che racconta i fatti più significativi delle vicende umane: la storia infatti rappresenta la memoria vivente del mondo intero. Non c’è futuro senza memoria. La memoria storica è testimonianza del passato ma consiste nell’organizzare il passato in funzione del presente. In effetti tutto ciò che oggi noi siamo ha le sue radici nel passato, e dimenticare queste radici è come condurre una vita priva di riferimenti poiché rileggiamo il passato in funzione del presente.Difatti si può dire che la memoria pura e semplice è una memoria morta se non provoca un azione attiva che possa far diventare la memoria viva e indelebile. Inoltre ricordare per qualcuno, come nel caso della Shoah è un dovere morale che basato sulla consapevolezza storica, ricerca le radici di avvenimenti pieni di orrore e di ingiustizia. L’Olocausto non è solo il racconto dello sterminio di massa, ma può essere soprattutto un ricordo che ci conduce a comprendere l’animo umano e le modalità con le quali l’uomo ha affrontato le situazioni e le difficoltà in quei terribili anni.
Negli ultimi anni coloro che riuscirono a sopravvivere alla Shoah hanno ormai più di 80 anni, per questo è importante ricordare lo sterminio di milioni di ebrei ad opera dei nazisti che avvenne nel cuore d’Europa. Questo fenomeno meglio conosciuto come Olocausto è una corrente che ha cercato di accreditarsi come storica ma che è, solitamente, mossa da motivi politici. Non si limita, di fatto,a reinterpretare determinati fatti della storia in modo contrario da quello accettato dagli storici,ma si spinge fino a negare l realtà storica di alcune vicende. Fin dalla fine della Seconda guerra mondiale, c‘è stato chi ha rifiutato il fatto accertato che lo stato tedesco abbia perseguito una politica di sterminio nei confronti degli ebrei mediante l’utilizzo di camere a gas. Solitamente non negano che ci siano state violenze o uccisioni, ma le motivano come pratiche di guerra invece che come odio raziale; inoltre sostengono che la cifra complessiva degli ebrei sterminati è stata un’enorme esagerazione e che nei campi europei controllati dai tedeschi non vi fu mai nessuna camera a gas, ma ad esempio camere per la pulizia e la disinfestazione dei vestiti, progettate per prevenire la diffusione di malattie tra i prigionieri. Ritengono infine che la ricostruzione storica condivisa sull’Olocausto sia il frutto della propaganda dei governi alleati per giustificare la guerra. Ma il passato fu reinterpretato in maniera così forte da alcune persone, azione che oggi con la rivoluzione del web trova molte persone più dei decenni passati pronti a crederci. Per questo ai giorni d’oggi il 27 gennaio si celebra la giornata della “memoria” per ricordare questi avvenimenti e per festeggiare la liberazione dal campo di concentramento di Aushwitz. Evento che serve per ricordare i milioni di vittime dell’Olocausto rinchiuse e uccise nei campi di sterminio nazisti durante la Seconda Guerra mondiale.
Carolina Cernicchi