La Repubblica platonica: punti di forza e punti di debolezza.
Egregio Prof. Canfora,
Le scrivo questa lettera perché il titolo della sua conferenza, “Se davvero la Repubblica di Platone intende essere una proposta utopica”, mi ha colpito in modo particolare.
Mi farebbe piacere analizzare in queste righe alcune caratteristiche dell’idea platonica della città ideale.
La prima cosa che prendo in considerazione è che la Repubblica utopica di Platone, nonostante fosse così ben idealizzata, secondo il mio modesto parere, aveva alcuni limiti: infatti, sebbene l’idea platonica si basasse sul principio che tutti i giovani dovessero esseri istruiti partendo dallo stesso livello, la suddivisione in ceti sociali non permetteva a persone appartenenti alla classe dei lavoratori di dimostrare di essere allo stesso livello, o ad un livello superiore, a quelli delle altre due classi; il pensiero che da genitori filosofi potessero solo nascere figli filosofi era ritenuto veritiero e questi giovani venivano cresciuti fin dai primi anni in ambienti che stimolavano il loro intelletto, mentre i figli dei lavoratori, costretti ad apprendere solo la tecnica, non potevano dimostrare di essere più propensi allo studio delle materie astratte a cui venivano indirizzati i figli delle altre due classi.
Un altro punto che analizzo, ma in modo positivo, è quello dell’uguaglianza tra uomini e donne;
«…non c’è nessuna attività di coloro che amministrano la città che sia della donna in quanto donna, né dell’uomo in quanto uomo, ma le nature sono disseminate in entrambi gli esseri, e la donna partecipa secondo natura di tutte le attività, e alla pari l’uomo di tutte.»(Platone, Repubblica, V, 455d)
Ritengo che questo pensiero esposto da Platone riveli una grande modernità rispetto ai pensieri contemporanei e a quelli successivi; credo che questo sia un punto di grande forza per la Repubblica utopica: infatti, se fosse stata realizzata, avrebbe avuto a disposizione un numero maggiore di menti, tra le quali forse si sarebbero messe in luce grandi personalità di pensatrici.
Osservando la storia si può notare che questa sia fortemente maschilista e che la maggior parte delle guerre avvenute in passato sono state guidate da uomini, spinti da sempre da un’indole molto bellicosa. Chissà se le donne, durante questo lungo arco di tempo, avrebbero guidato in modo diverso i vari stati che si sono formati?
Un esempio di predominio femminile si verificò durante la Monarchia Inglese di Elisabetta I: certo le guerre ci sono state anche in quel periodo, ma comunque bisogna ricordare che quel lasso di tempo viene comunemente definito “The Golden Age”, per la fioritura delle arti e anche per il rinascere di una grande monarchia, che negli anni precedenti aveva visto grandi conflitti al suo interno.
Concludo dicendo che la Repubblica utopica platonica è una forma di aristocrazia, ma anche di meritocrazia: infatti nel primo caso vediamo il predominio della classe nobiliare, nel secondo caso quello della possibilità da parte di tutti di governare indifferentemente dal sesso.
Cordiali saluti
Ilenia Mannucchi