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Lo zero

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Il concetto di zero viene introdotto per la prima volta attorno al 300 a.C. dai babilonesi, dai quali veniva usato in un semplice sistema di numerazione per indicare uno spazio vuoto ed era rappresentato come due cunei inclinati.

Dobbiamo l’introduzione dello zero in matematica agli indiani, i quali iniziarono a studiarlo in ambito matematico già dal 628 d.C.

Durante il medioevo il concetto di sistema di numerazione posizionale decimale viene trasmesso dagli arabi agli europei,  i quali lo indicarono con il nome latino zephirum , che lo appresero dagli indiani.

Fu il matematico Leonardo Fibonacci, con la pubblicazione nel 1202 del  Liber abbaci, che contribuì maggiormente alla diffusione del concetto di zero nel continente.

Zero non è solo il numero che precede l’insieme dei numeri positivi e segue quello dei numeri negativi, ma viene anche usato per indicare il nulla.

Il significato di zero viene spesso confuso con quello di mancanza di valore, ma ad esempio, c’è una marcata differenza tra un corpo la cui velocità è 0 Km/h e che quindi rimane fermo nel tempo ed un corpo il cui valore è indefinito la velocità del quale può variare nel tempo.

Lo zero è fondamentale, indica un punto di origine come nei diagrammi cartesiani dove indica il punto di incontro tra i due assi, è il punto in cui la velocità di un corpo è nulla è fondamentale quando si parla di sistemi di riferimento e nei sistemi di numerazione posizionali la posizione dello zero influenza il valore della cifra in cui esso è inserito.

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