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Ipotesi e conoscenza

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Ipotesi, che sarebbe una premessa ad un ragionamento (più semplicemente: supposizione), è una parola molto antica che deriva dal greco hypothesis, composto da hypo (sotto) e thesis (posizione). Nell’antica Grecia, la conoscenza per ipotesi era considerata inferiore. Aristotele infatti riteneva le ipotesi non necessarie, e così si pensò a lungo, visto che il suo pensiero ha influenzato la filosofia di parecchi secoli dopo di lui.

E’ con la nascita della scienza però che la parola ipotesi cominciò ad avere un valore più importante: nel metodo scientifico dopo l’osservazione c’è la formulazione di un ipotesi, che poi va confermata o confutata con l’esperimento. Dalla celebre frase “Hypotheses non fingo” di Newton si capisce che per lui questa non è una cosa inventata, ma viene direttamente dalla realtà, in quanto prodotto dell’osservazione diretta dei fenomeni. Quindi già ai tempi di Newton comincia a diventare una cosa sempre meno astratta e più concreta.

Ma è con anni di progresso scientifico che l’ipotesi ha acquisito maggiore importanza. Questo infatti ci ha mostrato la natura strettamente ipotetica di ogni teoria scientifica: una teoria non è nient’altro che un’ipotesi momentanea, della quale non possiamo stabilire con certezza la veridicità. L’unica cosa  che possiamo dire è che nessuno ha ancora dimostrato che sia falsa! Einstein e Infeld nel loro libro “Evoluzione della fisica” paragonano lo scienziato che studia la natura ad un uomo curioso che guarda un orologio, che non può aprire o smontare. Potrà ipotizzare un meccanismo che spiega il perché del movimento delle lancette, o del ticchettio proveniente dall’interno, ma non potrà mai stabilire se il suo modello ipotetico (teoria) corrisponda o meno con la realtà.

Un esempio di ciò è la Gravitazione di Newton, il quale ipotizzò una legge con cui spiegò i movimenti dei pianeti. Questa legge rimase valida per moltissimo tempo, finché non furono notate delle inesattezze nelle previsioni dell’orbita di Mercurio. Però a scuola studiamo ancora la Gravitazione, ed è ancora utile nel calcolo delle orbite dei pianeti: diciamo quindi che la legge è valida solo entro alcuni casi limite.

Questo ci fa capire quanto l’ipotesi sia una cosa concreta e tangibile, e non astratta. Dunque può essere considerata reale (anche se non vera) in termini di utilità, e può orientarci nell’agire. Infatti anche se non possiamo stabilire se una teoria sia vera o meno, non possiamo negare che il progresso tecnologico dovuto a quello scientifico ha notevolmente influenzato le nostre vite.

Come si può quindi scoprire la verità riguardo i meccanismi che governano l’universo? Abbiamo visto che con il nostro attuale metodo non possiamo stabilirlo con certezza. E questo metodo è senza dubbio il migliore che abbiamo. Possiamo solamente guardare al futuro con ottimismo, sperando che un giorno i nostri metodi conoscitivi si sviluppino a tal punto da permetterci di scoprire la verità.

 

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