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Scienza e Società tra le due guerre

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Sigmund Neumann lo definì “La seconda guerra dei 30 anni”, il periodo storico che va dal 1914 al 1945 in cui si susseguirono i due più grandi e devastanti conflitti mondiali nella storia dell’umanità.

Nel 1914 in seguito all’attentato di Sarajevo in cui venne assassinato l’arciduca Francesco Ferdinando (erede al trono d’Austria-Ungheria) e sua moglie Sofia per mano di uno studente serbo Gavrilo Princip membro di un gruppo politico che mirava all’unificazione di tutti gli “jugoslavi” ebbe formalmente inizio il primo conflitto mondiale o “Grande Guerra”.

Questa, la più famosa guerra di posizione della storia si concluse l’11 novembre 1918 con la sconfitta degli Imperi centrali, poco tempo dopo nel settembre 1939 ebbe inizio a causa dell’invasione Tedesco-Russa della Polonia la seconda guerra mondiale, che si concluse con 55 milioni di morti sei anni dopo, nel 1945.

In un contesto come quello dei primi del novecento nasce quello che è il concetto di guerra totale, uno scontro in cui gli stati usano tutte le loro risorse per far fronte e distruggere gli altri paesi coinvolti nello scontro. I due conflitti sono infatti ricordati per aver portato ad un intenso e costante contributo economico da parte dei civili, per il forte rapporto che legava ideologicamente i cittadini alla propria patria e per le varie attività di propaganda.

Da non trascurare poi è il progresso tecnologico che si è avuto in quegli anni, le innovazioni che riguardavano principalmente l’industria bellica portarono alla sperimentazione di armi sempre più potenti, senza tralasciare poi le modernizzazioni nel campo della comunicazione e dell’aeronautica.

Conflitti tali, inimmaginabili nelle epoche precedenti interessarono interi paesi partendo dai 36 della grande guerra ai 60 della seconda.

I civili erano strettamente legati a tutti gli episodi di guerra, questi definiti come la forza lavoro del paese, impiegati all’interno delle fabbriche oramai convertite per la produzione di materiale bellico, avevano nelle loro mani non solo i rifornimenti delle attrezzature militari ma anche il mantenimento dell’economia.

Un attacco diretto alla popolazione avrebbe infatti portato al crollo economico del paese avversario, nonché alla fine dei rifornimenti armamentari.

Durante la grande guerra si combatte sul fronte, le nazioni alleate composte da paesi quali Regno di Serbia, Francia, Belgio, Regno d’Italia, Impero Britannico e successivamente dagli Stati Uniti, si scontrano con i paesi degli imperi centrali, l’ Impero Austro-Ungarico, l’Impero Tedesco, l’ Impero Ottomano e Regno di Bulgaria, in una guerra di trincea che sembra spezzare in due il cuore dell’Europa.

I soldati dovevano affrontare momenti durissimi, il conflitto infatti iniziò come una guerra lampo che sarebbe dovuta durare solo poche settimane.

Questo “errore di calcolo” portò alla partenza di migliaia di truppe sprovviste di dotazioni e strumenti adeguati per sopravvivere alle differenti situazioni climatiche, come ad esempio le divise estive inadatte al combattimento soprattutto nelle zone alpine, gli stivali che particolarmente nelle zone del Carso diventavano inutilizzabili dopo l’uso prolungato, per non parlare delle epidemie e delle ferite dei militari, curate spesso con strumenti di fortuna inefficaci ed anti-igenici.

Anche la vita della popolazione era costantemente influenzata dalla presenza dei militari, specialmente nelle retrovie, le zone più vicine al fronte, in cui nel giro di tre anni ai due milioni di civili si sommarono quattro milioni di soldati appena tornati dalla prima linea,i quali sia per stress che per disperazione si sfogavano in alcool e risse.

L’armistizio di Compiègne, l’11 novembre 1918 sancì definitivamente la fine del conflitto, le nazione coinvolte si trovarono ad affrontare un periodo di forte crisi economica che interessò soprattutto le parti sconfitte che pullulavano di manifestazioni rivoluzionarie da sinistra e di militarismo dall’estrema destra.

Dalla parte dei vincitori c’erano invece controversie territoriali da amministrare, in seguito al crollo degli imperi centrali ed ingenti finanziamenti da versare ai militari, in seguito alle promesse fatte durante le campagne di propaganda.

Alla “Guerra di massa” presero parte circa 66 milioni di soldati, la società interna alle nazioni venne stravolta, l’avvicinamento dei cittadini alle ideologie più estremizzate in seguito l’incremento dell’uso della mano d’opera portò ad un clima rivoluzionario ma spinse le classi più ingenti, per paura di vedere il loro patrimonio intaccato, verso scelte conservatrici.

Nacquero in questo periodo movimenti socialisti rivoluzionari che credevano in un rinnovamento sociale e movimenti di nazionalismo estremistico che miravano all’avanzamento nazionale.

L’avanzamento dell’industria e della comunicazione portò ad un grande sviluppo a livello tecnologico e scientifico, l’aereo venne utilizzato non solo come mezzo di trasporto di persone e beni, ma anche come mezzo di guerra.

Nel campo della chimica vennero introdotte la dinamite, i gas asfissianti ed i lanciafiamme, si osservò un incremento dell’uso delle radiotrasmissioni, la progettazione delle granate da fucile e della mitragliatrice leggera.

Nel campo della medicina la sperimentazione forzata portò alla scoperta di nuove tecniche chirurgiche, quando scoppiò la guerra non esistevano infatti infrastrutture ne cure adatte per l’assistenza e dei feriti.

Le trasfusioni ed i raggi X erano in via sperimentale, gli antibiotici non esistevano ancora e si doveva far fronte a infezioni, gas tossici, batteri, dissanguamenti, che erano le principali cause di morte.

Negli ospedali si sviluppò un notevole progresso nella chirurgia ossea, ortopedica, addominale e facciale , si imparò a trattare la cancrena tramite la protezione delle ferite e l’asportazione immediata dei tessuti necrotizzati, per tenere sotto controllo l’effetto devastante dei batteri come il colera e la dissenteria fu importante l’immissione del cloro nell’acqua bevuta dai militari.

Infine i danni celebrali, come il cosiddetto “Choc da esplosione” spinsero molti soldati a disertare e le cure psichiatriche si dimostrarono di grande aiuto, contribuendo così al riconoscimento della psichiatria come scienza.

Negli anni trenta l’espansionismo giapponese in Estremo Oriente, la politica coloniale dell’Italia e l’aggressività della Germania nazista determinarono un clima di crescenti tensioni internazionali, Hitler per riportare il paese alla grande potenza di un tempo non esitò a riarmarsi ed a riammettere l’Austria e le regioni cecoslovacche abitate da Tedeschi alla Germania.

Il 1 settembre 1939 la Germania attaccò la Polonia ed immediatamente Francia e Inghilterra le dichiararono guerra.

Nel teatro Europeo le vittorie della Germania proseguirono per tre anni, intanto la guerra era oramai diventata mondiale con l’attacco del Giappone agli Stati Uniti, il 7 Dicembre 1941.

Nel 1942 la spinta offensiva tedesca arrivò alle porte di Mosca, ma si esaurì quasi immediatamente costringendo la Germania ad arretrare.

Nell’Oceano Pacifico si susseguirono battaglie navali e sanguinosi combattimenti, finché le risorse materiali ed umane del Giappone come del resto della Germania non poterono più rivaleggiare con quelle degli avversari, mentre l’ Urss avanzava nell’Europa orientale gli Anglo-Americani sbarcarono in Normandia e riconquistarono la parte occidentale del continente.

Mentre la guerra proseguiva in quasi tutto il globo i civili vivevano in cattive condizioni, sottomessi alla costantemente paura di un bombardamento, spesso senza cibo a sufficienza ed in infrastrutture poco resistenti, si costruivano ripari di fortuna e frequentemente parte della popolazione era costretta a trovare rifugio nelle grotte.

Nella primavera del 1945 gli Alleati giunsero nel cuore della Germania, Hitler si suicidò il 30 aprile e pochi giorni dopo le armate tedesche si arresero, nel teatro del Pacifico il conflitto si concluse nell’agosto dello stesso anno con lo sgancio delle due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e con la resa del Giappone sotto gli Stati Uniti.

La fine della seconda guerra mondiale sancì l’inizio di una nuova era, in tutta Europa cominciò la ricostruzione delle città distrutte dai bombardamenti ed il vecchio continente si divise in due sfere distinte; quella Occidentale alleata con gli Stati Uniti e quella Orientale occupata militarmente.

La ricerca scientifica e lo sviluppo di nuovi armamenti raggiunsero livelli mai visti prima, le sperimentazioni furono migliaia, soprattutto da parte di Stati Uniti e Germania, le varie nazioni inizialmente disponevano di armi arretrate, risalenti alla grande guerra oppure di strumentazioni migliorate ma basate su vecchi prototipi, durante i sei anni di conflitto vennero introdotti il bombardamento aereo, i carri armati ed i sottomarini.

Venne introdotto l’enigma, una famosa macchina per la crittografia ampiamente utilizzata nel corso degli anni dalle armate partecipanti al conflitto perché considerata indecifrabile.

Anche per la medicina vi furono importanti progressi, nel 1941 grazie al microscopio ad alta definizione si verificarono importanti progressi nello studio sulla struttura chimica delle sostanze da cui scaturirono molte agevolazioni in campo chirurgico e terapeutico.

Dagli Stati Uniti arrivò la formazione di una equipe medica specializzata in interventi di urgenza e terapie di rianimazione, nel 1942 presero avvio le sperimentazioni sugli effetti della d-tubocurarina come potente sedativo e vennero inseriti per la prima volta i polmoni d’acciaio.

Venne infine introdotta la più potente arma di distruzione di massa nella storia del pianeta; la bomba a fissione nucleare incontrollata o semplicemente bomba atomica, il cui fondamento teorico si basa sull’equazione E=mc^2 formulata da Albert Einstein.

All’interno della bomba avviene la reazione a catena di una massa di uranio 235 o di plutonio 293 ad alta concentrazione, nell’istante in cui la massa diviene iper-critica viene liberata un’alta quantità di energia in breve tempo dando vita all’esplosione ed ai suoi effetti devastanti.

Un fattore che accomuna i due conflitti mondiali è anche la ricerca della pace, che poi però non riuscirà mai ad attuarsi.

Nel 1918 il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson pronunciò un discorso che prenderà il nome di “Fourteen Points” basato per l’appunto su quattordici punti per promuovere una “pace senza vincitori”poiché era convinto che una pace imposta con la forza ai vinti avrebbe contenuto in sé gli elementi di un’altra guerra.

Wilson mirava ad una pace basata sull’autogoverno dei popoli, sulla libertà dei mari, sull’eguaglianza tra le nazioni e su una progressiva riduzione degli armamenti.

Questo scenario però non si avverò ed il mondo sprofondò nel secondo conflitto mondiale.

Nel 1945 per evitare una nuova guerra iniziarono le campagne di cooperazione per la ricostruzione dell’Europa e venne istituito l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) in cui vennero messi in primo piano i principi di universalità e uguaglianza condivisi dagli Stati membri.

Mentre nel 1946 all’ONU cresceva il dibattito sul disarmo, gli Stati Uniti cessarono le informazioni agli altri paesi sui nuovi esperimenti nucleari, con lo scopo di garantirsi l’esclusiva della bomba atomica, anche l’Urss intensificò le proprie attività di ricerca, fino a sperimentare nel 1949 la sua prima bomba atomica.

 

Iniziò così una dispendiosa e frenetica competizione tra queste due super potenze, il mondo si divise nuovamente in due blocchi contrapposti, ebbe inizio la “Guerra fredda”, un conflitto che sfiorò lo scontro armato, una guerra per dotarsi di armi sempre più letali e sofisticate che negli anni successivi amplierà i suoi orizzonti fino ai più vari campi di ricerca. La Guerra fredda fu combattuta su filo del rasoio e catapultò il mondo in un nuovo periodo fatto di scoperte e progressi, che porteranno il genere umano nell’era spaziale.

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