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Il nodo Borromeo: Corpo, Mente e Psiche. Un legame a tre componenti sciolte

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La metafora posta dal professor Tagliagambe nel suo libro, che analizza il rapporto tra  il nodo Borromeo e il legame che vi è tra il Corpo, la Mente e la Psiche, può essere compresa se si analizza prima il nodo in sé, osservando le sue componenti e il suo comportamento.

Il nodo Borromeo è composto da tre cerchi intrecciati tra loro ma se si rimuove uno di questi gli altri due non rimangono collegati tra loro, pur rimanendo intatto il legame.

Nel nodo le tre componenti posso invertirsi di posto e posizionarsi nella parte intermedia e divenire la componente centrale; esempio: A-B-C→B-C-A→C-A-B→A-C-B→B-A-C→C-B-A.

Tagliagambe prende spunto per questa sua metafora da Jacques Lacan, il quale mette a confronto tra loro Reale, Simbolico ed Immaginario ed associa il loro legame al nodo Borromeo. Possiamo paragonare le tre componenti di Lacan a quelle di Tagliagambe, associando a ciascuna del primo filosofo una del secondo, ossia il Reale può essere rappresentato dal Corpo, il Simbolico dalla Mente e l’Immaginario dalla Psiche.

Andiamo indietro nel tempo e arriviamo all’età Classica, durante la quale, filosofi come Anassagora, Platone ed Aristotele analizzarono il legame presente tra Corpo e Psiche.

Il primo fra tutti fu Anassagora, che fece una distinzione tra Corpo e Psiche, poi Platone e Aristotele mantennero questo dualismo. Cartesio, invece, distinse due “autonome realtà”(res extensa e res cogitans), evidenziando una separazione tra Psiche e materia (Corpo). Mentre la “res extensa”, corpo e mondo materiale, poteva essere esaminata mediante l’osservazione, la “res cogitans”, ovvero il pensiero, rimaneva materia esclusiva della filosofia.

In seguito il filosofo J.Stuart Mill negò l’inconciliabilità tra Mente e Corpo, in quanto la Psiche è una qualità funzionale del Corpo stesso.

Al pensiero di Mill può essere confrontato con  quello di Freud che paragona il Corpo ad un contenitore e la Mente al contenuto.

Il professor Tagliagambe afferma che la filosofia della Mente collega la relazione tra il Corpo e la Mente al rapporto tra la Mente e il Cervello, assimilando così l’intero Corpo ad una sua sola parte e la Psiche alla Mente. Assente è però ogni riferimento al suo patrimonio psichico. La presenza di questa terza componente, la Psiche, oltre al Corpo e alla Mente, obbliga ad andare oltre a ciò che è presente all’interno della nostra testa, essendo questa sede di stati mentali personali.

La tesi di questo libro in sintesi si può racchiudere nella frase di Giovenale “Mens sana in corpore sano” (Mente sana in corpo sano), da quale si può estrapolare il concetto che una persona che ha pensieri felici ed è in  pace con sé stessa è più propensa a guarire rispetto ad una persona che ha pensieri negativi e non è in pace con il suo corpo.

Per questo il legame tra Corpo, Mente e Psiche può essere paragonato al nodo Borromeo, nel senso che il legame può esistere solo e solo se vi sono tutte e tre le componenti, mentre, se ne manca una questo è impossibile.

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