Home Ambasciatori della Festa di Scienza e Filosofia Scienza e Filosofia: la relazione che troviamo tra i due concetti

Scienza e Filosofia: la relazione che troviamo tra i due concetti

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C’è sempre stata una linea sottile che ha, fin dall’antichità, collegato i due concetti di scienza e filosofia.

In qualche modo, a volte anche impercettibilmente, l’una ha influenzato l’altra facendo in modo che, ad oggi, si cerchi la relazione tra le due.

In particolare si parla di “dialettica”; termine filosofico che ci indica la capacità di sostenere un discorso logico e convincente con cui si cerca il vero, contrapponendo concetti antitetici o diversi.

Per questo trattiamo l’argomento di scienza e filosofia, perché entrambe hanno molto da imparare l’una dall’altra.

La scienza è un sapere teorico che organizza e mette insieme tutti i dati di una determinata esperienza mediante metodi definiti, rigorosi e verificabili.

Alla base di quest’ultima c’è la curiosità di riuscire a capire e concepire cose sempre nuove.

La filosofia invece è l’attitudine e la tendenza a porsi domande; all’origine di questa vi è lo stupore e la meraviglia, stupore e meraviglia dell’uomo che si interroga sul mondo e sulla vita. Allora non c’è una stretta relazione tra i due concetti? Fondamentalmente la filosofia serve alla scienza per porsi domande e la scienza serve dunque alla filosofia per darsi risposte.

Sotto un aspetto più ristretto e tradizionale, con il termine di “scienze” si intendono solo quelle matematiche e naturali.

Però se abbiamo una visione più ampia della terminologia, si riferisce anche a discipline umane e storico sociali.

Il rapporto scienza-filosofia si configura fin dalle origini della coerenza logica: più anticamente diverse scienze sono nate proprio dalla filosofia e si sono progressivamente evolute e staccate da essa.

Quindi perché affrontare una simile questione?

Perché i continui rimandi, ora in forma di rinforzo reciproco, ora d’insanabile contrapposizione, dell’una all’altra, per tanti aspetti scontati trattandosi di due forme di sapere che aspirano entrambe a una conoscenza “autonoma”, hanno dato vita, proprio per questo, a un circolo vizioso talmente difficile, se non da sciogliere (cosa impossibile), almeno da mettere a fuoco in modo da averne coscienza, da richiedere continuamente uno sforzo di ridefinizione dei rispettivi presupposti, e quindi dei rispettivi ambiti di ricerca.

Sforzo di ridefinizione reso indispensabile quanto meno a partire dalla nascita della scienza moderna, quella definita come “galileiana”, là dove gli obiettivi di scienza e filosofia, proprio mentre sembrano differenziarsi però integrandosi, iniziano anche a sovrapporsi, a proporsi come alternativi gli uni agli altri.

Da che parte sta allora la verità, qualora non ci si volesse accontentare del riconoscimento, più o meno scontato, che entrambe le posizioni propongono porzioni significative di verità, ora facendo riferimento a ciò che verosimilmente potrebbe essere e in parte è stato, ora a ciò che ha costituito e costituisce una tendenza in gran parte vincente di segno opposto?

Non sembra esserci alternativa: tutto sembra ricondurre all’autentico tema (problema) filosofico che sottintende anche questo, cioè alla identificazione del circolo vizioso non più riducibile col quale confrontarsi.

Circolo vizioso che si evidenzia proprio recuperando e leggendo da questo angolo visuale la stessa vicenda storica, là dove è accaduto che si è cominciato a discutere del “come” e del “perché” ritenendo di dover stabilire, o una priorità dell’uno sull’altro, o una interdipendenza.

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