Home Ambasciatori della Festa di Scienza e Filosofia Una scienza per l’uomo: cosa possiamo imparare dalla ricerca scientifica di base.

Una scienza per l’uomo: cosa possiamo imparare dalla ricerca scientifica di base.

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La ricerca scientifica ha lo scopo di accrescere le conoscenze attraverso il metodo scientifico. Questa può essere divisa in due diversi tipi di ricerca, ricerca di base e ricerca applicata.

La ricerca di base, detta anche pura o fondamentale, ha come scopo l’ampliamento delle conoscenze e la comprensione teorica delle diverse variabili prese in considerazione. Questo tipo di ricerca può avere inizio dalla semplice curiosità, dall’interesse o dall’intuito dello scienziato. Nascendo senza un obiettivo ben preciso i risultati che si ottengono possono essere inaspettati. Come dice il nome stesso la ricerca di base, ipotizzando nuove teorie, fornisce le basi da cui poi prenderà spunto la ricerca applicata.

In alcuni casi però questo tipo di ricerca viene penalizzata dagli alti costi che comporta, infatti l’avvio, i tempi impiegati e l’incertezza del risultato sono la causa di elevati costi che molto spesso non si vogliono affrontare.

La ricerca applicata, invece, ha come obbiettivo principale di trovare soluzioni pratiche e specifiche. Il suo scopo non è quello di ampliare le conoscenze ma quello di utilizzare le ricerche di base già acquisite e sfruttarle per fini pratici, essenzialmente per lo sviluppo in ambito tecnologico.

Nella maggior parte dei casi la ricerca applicata viene eseguita in ambiente industriale o universitario, con finanziamenti provenienti da industrie interessate.

Tra le due ricerche in alcuni casi non vi è una vera e propria divisione e nonostante lo scopo delle due sia diverso, non è possibile scinderle. In alcuni casi per distinguerle si tiene conto del tempo impiegato, dato che prima si sviluppano le nuove conoscenze e solo in seguito si applicano queste nuove scoperte alle tecnologie.

Un esempio di ricerca di base è la scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming, il quale per errore inquinò una coltura di batteri con una muffa chiamata Penicillum notatum. In un primo tempo Fleming osservò che i batteri non si moltiplicavano vicino alle colonie della muffa e successivamente riuscì ad isolare la sostanza chimica, prodotta da questa muffa, che bloccava la crescita dei batteri. La sostanza in questione era la penicillina, il primo antibiotico della storia.

Un altro esempio di ricerca di base avvenuta in maniera casuale è la scoperta dei raggi X. Nel 1895 il fisico tedesco Wilhelm Conrad Röntgen che stava lavorando con un tubo di raggi catodici, quando si accorse che un pezzo di carta ricoperto di platino-cianuro di bario aveva cominciato a brillare in tutta la stanza. Il fisico sapeva che il tremolio non poteva essere stato causato dai raggi catodici, incapaci di viaggiare così lontano; non sapendo cosa fossero, li chiamò “radiazioni X”, per indicare la loro natura sconosciuta. Dopo ulteriori ricerche, Röntgen individuò una serie di materiali resi trasparenti dalle radiazioni e scoprì che le radiazione potevano marchiare le lastre fotografiche. Fece la prima radiografia alla mano della moglie e dopo averla mostrata suscitò un grande interesse e si assicurò un posto nella storia della scienza e della medicina.

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