Home Ambasciatori della Festa di Scienza e Filosofia Realizzarsi o non realizzarsi?

Realizzarsi o non realizzarsi?

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La Costituzione Italiana, oltre a sostenere all’art. 1 che “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” dichiara nell’ articolo 36 le seguenti parole: “il lavoratore ha diritto a un lavoro sufficiente a garantire a sé e alla sua famiglia un’esistenza dignitosa”.

Il lavoro infatti permette al singolo individuo di contribuire al progresso della società.

Ma la realtà oggi è molto diversa. Osservando la situazione attuale, possiamo notare come una grande quantità di giovani che ha studiato per molti anni, ottenendo il massimo livello nelle università, una volta uscita da questo mondo fatto di pagine di libri, dove immaginava il proprio futuro lavorativo, entra in un nuovo mondo il quale  le mette davanti un interrogativo: “è meglio lavorare gratis o non lavorare affatto?” la risposta a questo quesito condizionerà la loro vita futura.

Si può lavorare per tre motivi: per garantire uno stipendio per sostenere la famiglia, per socializzare e per autorealizzarsi.

Scegliendo di lavorare gratis, si realizzano il secondo e terzo punto (cioè socializzare e autorealizzarsi), ma la prima questione  (ottenere uno stipendio) non si avvererà, perché non avendo denaro non si potrà avere una vita dignitosa.

Invece se si sceglie di non lavorare la conclusione è semplice: non si concretizzerà nessun argomento trattato prima.

Riflettendo su ciò che ho appena esposto, traggo una conclusione spontanea, si dovrebbe tenere un equilibrio fra le due idee, creando attività che siano di crescita formativa e nello stesso tempo che garantiscano un sostentamento economico utile per far andare avanti sé e la propria famiglia.

Di conseguenza, se le aziende dessero maggiori opportunità ai giovani, si avrebbe un futuro con aspettative migliori.

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