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La grande riforma di Martin Lutero

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La Riforma Protestante è il movimento religioso, politico e culturale, nato in Germania nel Sedicesimo secolo. Il protagonista e percussore di questa riforma è Martin Lutero, un teologo dell’università di Wittenberg, un pensatore in grado di attaccare e demolire le basi della Chiesa occidentale.
All’università diede vita a un vero dibattito teologico, infatti lui fu il motore centrale di ciò e iniziò a predicare delle nuove idee sull’essere cristiano: rifiuta la Scolastica, che fonde le idee di Aristotele con il Cristianesimo, e mira a un Cristianesimo puro e la sua teologia sarà sopratutto biblica, quindi incentrata sullo studio della parola di Dio con lo scopo di trovare la salvezza. Affronterà il problema delle indulgenze, che in realtà lo aveva affrontato davanti al popolo già prima del 1517.
Alla fine, il 31 ottobre del 1517, fissa sulla porta della chiesa del castello di Witenberg, dove ci sarebbe stata un’assemblea pubblica quel giorno, il documento che contiene le 95 Tesi contro le indulgenze.
Le 95 Tesi sono la conseguenza di tutto un itinerario spirituale pastorale. Nelle prime tesi dice che la salvezza è un dono gratuito di Dio e si ottiene con la fede non con le opere buone; infatti Lutero dice: “Non è giusto l’uomo che opera molto, ma colui che, senza operare, crede molto in Cristo.”
Ovviamente egli aggiunge che l’uomo ha in realtà una doppia natura: interiore, che trova la libertà nella fede con il rapporto con Dio e la lettura delle Sacre Scritture; esteriore, che partecipa con gli altri uomini alla vita sociale. Per Lutero le opere buone servono soltanto a creare armonia tra queste due nature e non per raggiungere la grazia divina.
Inoltre si può dire che egli non crede alle parole della Chiesa, ma solo alla parola di Dio, ovvero alla Bibbia; infatti, rileggendo il sacro libro, lui avrà una diversa valutazione dei sacramenti; per lui non sono sette, ma sono solamente due: il battesimo e l’eucarestia, entrambi presenti nella Bibbia a differenza degli altri.
Ma, con tutti questi cambiamenti, Lutero viene considerato da papa Leone X un fuorilegge e un nemico pubblico.
Prima del 1989, l’anno in cui papa Giovanni Paolo II assolve Martin Lutero, l’iniziatore del Protestantesimo veniva considerato come la reincarnazione del Diavolo e tutti i protestanti infedeli. I rapporti tra i cristiani e i protestanti erano contrastanti e si accusavano a vicenda.
Solo con l’intervento di Giovanni Paolo II i rapporti tra questi due movimenti è migliorati; infatti non ci sono più quelle violente rivolte idealistiche di un tempo, ma si cerca di convivere al meglio con questi nostri simili che hanno un Credo diverso dal nostro.

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