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L’altra faccia del progresso

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Nel corso dei secoli, l’uomo è riuscito a migliorare sensibilmente la propria esistenza, portando tante scoperte ormai irrinunciabili: basta pensare a quanto sono necessari, oggi, beni che un tempo erano del tutto superflui, come una macchina, un cellulare, prodotti industriali di ogni tipo, spesso fabricati senza un minimo di riguardo per l’ambiente. Questo ha implicato una sua modificazione, purtroppo non sempre positiva. Viviamo in un’epoca in cui il dibattito sui problemi ambientali è divenuto sempre più attuale, divulgato su ogni media, sotto i nostri occhi in ogni momento. Un esempio lampante è l’improvviso boom del biologico e la moda delle diete vegane, tutti escamotage per sentirsi più ecosostenibili. E, d’altra parte, impossibile non conoscere la gravità di fenomeni come l’effetto serra, lo scioglimento dei ghiacci, le piogge acide e l’inquinamento… E sono soltanto esigui esempi di una questione ancora più intricata che ci coinvolge tutti direttamente.

La verità è che l’uomo ha usufruito, sfruttato il suo pianeta in tanti modi, imponendo il suo dominio e sentendosi come vero ed unico padrone della natura. Ma oramai queste azioni sono accompagnate da una consapevolezza diversa: e cioè che, in futuro, si ripercuoteranno inevitabilmente sul’intero equilibrio dell’ecosistema. Infatti, il dissennato uso delle risorse naturali, non ha fatto altro che peggiorare le condizioni di vita degli esseri viventi, andando a nuocere sulla salute dell’uomo stesso, e le previsioni per il futuro non sono affatto rassicuranti, prevedendo catastrofi naturali e mondi distopici, se non si interverrà tempestivamente.

Eppure, nonostante l’informazione in merito all’argomento, la gente comune si sente ancora incapace di cambiare veramente le cose. Ancora le tecnologie rinnovabili sono molto costose e poco accessibili, oppure risultano più scomode perché ancora sperimentali. In un mondo votato al consumismo e al denaro, il rispetto per l’habitat dell’essere umano sembra avere ancora un posto troppo poco rilevante. Ovviamente esistono anche delle associazioni votate alla salvaguardia dell’ambiente, ma sono spesso ostacolate dalla burocrazia, e di conseguenze diventa difficoltoso agire efficacemente. Sappiamo anche che i governi di vari stati si sono interessati al problema, sottoscrivendo, ad esempio, il Protocollo di Kyoto al fine di ridurre le emissioni di gas serra. Ma, a quanto pare, a 20 anni di distanza, l’umanità non ha ancora conosciuto un significativo progresso.

L’unica speranza, sono gli scienziati e i tanti attivisti costantemente all’opera per sensibilizzare e intervenire a difesa dell’ambiente. Tuttavia una risorsa importante è costituita anche dalla nuova generazione. Per i giovani non è mancata un’educazione nelle scuole fin dalla tenera età: Il tema dell’ambiente viene affrontato ogni anno, con progetti e collegamenti alle varie materie di studio. Sono molti quelli che scelgono di intraprendere questa strada e magari iscriversi a facoltà inerenti all’argomento. Oggi sono migliaia i lavoratori impiegati questo settore, e le facoltà universitarie stanno registrando un incremento di iscrizioni. E’ senz’altro questa la linea migliore da seguire: partire dalle nuove generazioni per instillare il reale cambiamento. Bisogna avere fiducia negli adulti di domani e non smettere di sognare un mondo dove l’uomo imparerà a collaborare con la sua preziosa alleata Terra.

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