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L’idrogeno come fonte di energia

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Si definiscono fonti di energia rinnovabile quelle fonti di energia che possono essere considerate inesauribili (a differenza di quelle esauribili quali carbone, olio combustibile e metano).
Sono classificate fonti rinnovabili l’energia solare, l’energia idroelettrica, eolica, geotermica e delle biomasse. Anche i rifiuti vengono considerati fonte di energia rinnovabile. L’energia da fonti rinnovabili si caratterizza per il suo bassissimo impatto ambientale.
Oggi si produce energia rinnovabile in differenti centrali molto diverse tra loro come:
le centrali idroelettriche dove si produce energia sfruttando l’energia cinetica delle acque fluviali, convogliate in particolari turbine idrauliche messe in rotazione dal flusso dell’acqua;
un altro esempio è quello dei pannelli fotovoltaici che sfruttano le radiazioni provenenti dal sole per generare energia.
Infine un altro dei tanti tipi di centrali che producono energia rinnovabile sono le centrali geotermiche, che attraverso dei canali posti sottoterra sfruttano il calore terrestre per generare energia.
Lo svantaggio di questo tipo di energia è creato dal fatto che questa non è immagazzinabile, infatti, queste fonti provenienti principalmente dagli elementi come il sole, l’acqua, il vento e il calore terreste possono essere soggetti a dei cambiamenti durante l’anno: nel caso del fotovoltaico anche durante il giorno visto che nella notte, non essendoci raggi solari la produzione di energia è assente.
Sempre prendendo il fotovoltaico come esempio possiamo notare che in estate, ossia nei mesi che vanno da giugno a settembre, ci sarà una notevole produzione di energia, mentre la richiesta sarà minore; al contrario nei mesi invernali, che vanno da dicembre a marzo ci sarà l’inverso, ossia una maggiore richiesta e una minore produzione di energia.
Queste fonti perciò non possono sostituire completamente l’energia non rinnovabile.
A tal proposito negli ultimi tempi è stato elaborato un metodo per immagazzinare l’energia proveniente da fonti rinnovabili utilizzando l’idrogeno.
L’idrogeno è il primo elemento chimico, il più leggero e abbondante presente nell’universo.
Sulla terra, la fonte più comune di questo elemento è l’acqua, anche se è presente pure nella materia organica, nel carbone, nei combustibili fossili, nel gas naturale e nel metano.
Questa sua diffusa presenza non deve ingannare: l’approvvigionamento e l’ immagazzinamento di questo elemento sono ancora molto costosi, rendendone l’ utilizzo ancora molto limitato.
Si può ricavare energia da questo attraverso un processo che per avvenire ha bisogno di energia nello stesso momento attraverso un determinato processo.

Innanzi tutto si deve partire dall’ energia proveniente da altre fonti di energia rinnovabili come il fotovoltaico, l’eolico, il biogas ed altri la cui energia non è immagazzinabile.
Questa, quando non necessaria, oppure quando di troppo, viene convogliata in un idrolizzatore il quale scinde dall’acqua l’idrogeno ( il diidrogeno) e l’ ossigeno; questi ‘’prodotti’’ verranno convogliati separatamente in degli appositi Storage dove questi vengono accumulati finché non vi è una richiesta di energia.
In tal caso entrambi gli Storage fanno ricondurre sia l’idrogeno che l’ossigeno ad un ‘’FUEL CELL’’ ossia ad una cella combustibile che lavora come una batteria; questa riaggregherà i due elementi producendo energia che passerà attraverso un controllo elettronico per poi andare a finire dentro il ‘’ Load’’ ossia l’ utilizzatore. Questo processo produce come ‘’scarto’’ soltanto acqua la quale compie un percorso circolare.
Quindi tutto questo processo consiste nella scomposizione e ricomposizione della molecola H2O e la differenza sostanziale di questa energia rispetto alle altre è la possibilità di immagazzinamento che questa ha così da poter soddisfare il fabbisogno di energia in qualunque epoca dell’anno con qualsiasi tipo di clima.

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