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Martin Lutero e la riforma protestante

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Martin Lutero , nato nel 1483 e morto nel 1546, era di origine contadina. Dopo essere diventato monaco agostiniano, contro la volontà del padre, intraprese studi teologici e divenne nel 1513 professore a Wittenberg. Nella continua ricerca di una fede più profonda e sincera si scontrò presto con le autorità della chiesa che agli inizi del 500 erano di due tipi: cristiane e ortodosse. Alla metà del secolo molti abbandonarono la chiesa cattolica per aderire a nuove chiese. In pochi decenni era avvenuta una rivoluzione religiosa: la riforma protestante, e le cause erano economiche, politiche, sociali e soprattutto religiose a causa delle indulgenze. Molto spesso però, la diffusione del protestantesimo coincise con l’affermazione del potere laico sulla chiesa locale. Le cause di carattere religioso furono principalmente sensibilità religiosa. La religiosità era segnata dall’angoscia per la fine del mondo e molti temevano la salvezza della propria anima e trovavano consolazione nelle pratiche espiatorie; il clero era corrotto: i preti erano ignoranti e i papi e i vescovi si occupavano più di affari che di spiritualità, quindi ben pochi potevano essere d’esempio. Ed infine i teologi spesso sostenevano dottrine in contrasto tra loro, causando sconcerto nei cristiani. La situazione precipitò con lo scandalo delle indulgenze ovvero la diminuzione della pena da subire in purgatorio in proporzione ai peccati commessi. Nel 1517 papa Leone X per raccogliere denaro per la cupola di San Pietro, promosse la raccolta di elemosine in cambio di indulgenze ma, nello stesso anno Lutero affisse sulla porta di una chiesa a Wittenberg 95 tesi contro la corruzione. Lutero si ribellò energicamente contro questa commercializzazione della fede. Il papa invitò Lutero a Roma per chiedere perdono e a giugno del 1520 emanò una bolla con la quale dava a Lutero 60 giorni per ritrattare. Lutero non accettò ma fu comunque contento della reazione del pontefice e il 10 dicembre diede fuoco ad alcuni testi tra cui anche la bolla papale. Secondo Lutero, la chiesa aveva tradito il vangelo e il cristianesimo andava riformato secondo 3 principi:
IL LIBERO ESAME: i cristiani hanno il diritto e il dovere di esaminare la bibbia da soli e di interpretarla senza l’insegnamento della chiesa.
LA GIUSTIFICAZIONE PER SOLA FEDE: l’uomo, portato al male, si salva solo se Dio gli dona la fede e non con le opere buone. La salvezza è frutto della predestinazione.
IL SACERDOZIO UNIVERSALE: per Lutero la distinzione tra sacerdoti e laici non esisteva davanti a Dio e tutti i credenti sono sacerdoti di se stessi perciò il pastore è nella stessa condizione del laico e può sposarsi. In base a questo Lutero non riconosce l’autorità della chiesa e dopo circa un mese dall’aver bruciato la bolla del pontefice, venne scomunicato.
Dopo la scomunica spettava all’imperatore arrestare l’eretico e consegnarlo a Roma. Suo rivale fu Carlo V che concesse a Lutero di allontanarsi ma rimase deciso comunque ad agire contro di lui. Federico di Sassonia organizzò un falso rapimento e il 4 maggio e venne posto in salvo nel castello di Wartburg dove intraprese la traduzione in tedesco della bibbia. Egli era convinto che il successo della riforma dipendesse dall’appoggio dei 3 principi. Espresse così la dottrina dei 2 ragni, secondo la quale il cristiano interiormente riconosce solo la legge del regno della chiesa ed esteriormente deve ubbidire all’autorità politica voluta da Dio. Da qui derivò una rivoluzione a cui parteciparono tutte le classi sociali. Uno degli oppositori e da cui Lutero prese le distanze fu Thomas Muntzer, un predicatore che rifiutava la teoria dei 2 ragni. Più tardi ad Augusta fu redatto un documento la Confessio Augustana che cercava di conciliare cattolici. Carlo V si schierò dalla parte dei cattolici e contro di lui nacque la Lega di Smalcalda formata da principi protestanti e da 11 città imperiali. Nel 1519, inoltre in Svizzera, Zwingli divenne parroco del duomo, lui condivideva la polemica per la chiesa romana, la giustificazione per la sola fede e la predestinazione. Col tempo si crearono elementi di rinnovamento spirituale e si aggiunsero altre esperienze come la Compagnia di Gesù, cioè una riforma cattolica che precedette e accompagnò la controriforma. La compagnia di Gesù fu uno strumento prezioso per la controriforma e fu fondata nel 1534 da Ignazio di Loyola. Dalle sue angosce capì che l’uomo poteva ottenere la salvezza valorizzando la predicazione per salvare le anime. Egli scrisse gli esercizi spirituali dove espose il proprio concetto di spiritualità. La Compagnia di Gesù prevedeva oltre ai voti ordinari un altro voto: l’obbedienza al papa. Questo ordine religioso si impegnò soprattutto nel campo dell’istruzione al fine di controllare la formazione della classe dirigente e orientarla in senso cattolico. I vertici della chiesa non compresero subito la portata della riforma protestante. La convocazione di un concilio fu sollecitata dai sovrani cattolici: fu papa Paolo III a dar loro ascolto. Il concilio si aprì a Trento nel 1545. Nel concilio il libero esame della bibbia venne dichiarato illegittimo, venne quindi respinto l’individualismo protestante la dottrine della giustificazione per la sola fede venne respinta, accanto alla fede infatti venne ribadita la necessità di opere buone si ribadì il valore di tutti e sette i sacramenti che dovevano essere intesi come effettivi strumenti di grazia si sottolineò l’importanza dell’ordine sacerdotale e si mise in evidenza l’eucarestia vennero ribadite l’esistenza del purgatorio e la validità delle indulgenze, del culto dei santi e della Vergine, delle reliquie e delle immagini sacre venne stabilito che la liturgia doveva essere celebrata in latino Concilio di trento: organo voluto dalla chiesa di roma per “sistemare” le faccende interne alla chiesa dopo il periodo difficile di riforme, nuove dottrine e lo scisma anglicano.

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