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Come intervenire per ridurre la disuguaglianza economica nel mondo

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Il divario tra ricchi e  poveri è la disparità della distribuzione del patrimonio economico e del reddito tra gli individui di una popolazione. Questa diseguaglianza può essere associata a una singola nazione oppure applicata globalmente.

Nella nostra società c’è chi possiede ingenti quantità di denaro e beni materiali, chi con il proprio patrimonio riesce a malapena a condurre una vita dignitosa e ad avere soldi necessari per i viveri e chi non possiede nulla.

Il divario tra queste due fasce economiche continua ad aumentare e noi, di conseguenza, dovremmo  cercare una soluzione per rallentare questo fenomeno. L’avvento dell’industrializzazione, e quindi dello sviluppo economico, aveva portato a pensare che la distanza tra ricchi e poveri si sarebbe assottigliata, invece ebbe l’effetto contrario, contribuendo ad aumentarne il distacco.

La nuova ricchezza prodotta si è così accumulata in mano ad individui o entità già ricche, poiché coloro che possiedono ricchezza hanno anche i mezzi necessari per creare nuove fonti di guadagno o per diventarne gli unici beneficiari.

Nel corso del tempo, questo processo di condensazione della ricchezza può contribuire significativamente alla persistenza della disuguaglianza all’interno della società.

Anche le grandi multinazionali, ricorrendo a pratiche di elusione fiscale e massimizzando i guadagni riducendo i salari, contribuiscono a creare questa netta differenza tra le classi economiche.

Infatti, gli stipendi sono una delle maggiori cause di questo divario.

I lavoratori che hanno un alto livello di specializzazione guadagnano di più rispetto a chi ha una specializzazione più bassa o nessuna.

Potremmo individuare quindi una sorta di ciclo: nei paesi più poveri c’è una percentuale molto grande di persone analfabete e di conseguenza questa porzione di popolazione non potrà ambire a lavori con un salario alto e quindi il paese non si arricchirà. Il divario continua ad aumentare e se non vogliamo ridurre il mondo in due sole grandi categorie che dividono la popolazione tra chi ha e chi non ha, bisogna intervenire.

Innanzitutto l’istruzione dovrebbe essere qualcosa di accessibile a tutti e nei diversi paesi ci dovrebbero essere le stesse opportunità di studio.

Dato che frequentare un’ università può venire a costare diverse migliaia di euro, molti ragazzi non possono pagare le rette e sono costretti a rinunciare agli studi, scegliendo lavori più “umili” assicurandosi così uno stipendio, anche se minimo, in modo da non gravare sulla famiglia. Dato che i lavori più redditizi sono spesso quelli che richiedono una o più lauree, questi ragazzi non potranno ambirvi, poiché non avrebbero le competenze adatte.

Si dovrebbe mettere a disposizione un aiuto economico per tutte quelle persone che non possono permettersi un’istruzione adeguata in modo da dare a tutti le stesse opportunità, senza distinzioni di sesso o etnia.

Bisognerebbe favorire lo sviluppo di negozi ed imprese a gestione privata piuttosto che favorire le multinazionali, in modo da arricchire anche i singoli. Nei paesi dove la povertà è più presente, come ad esempio nel Nord Africa, si dovrebbero mettere a disposizione i mezzi adeguati per iniziare a costruire strutture scolastiche e abitazioni, e mettere quindi le “basi” per una società economicamente autonoma.

Se i paesi con un reddito pro capite elevato, aiutassero i paesi più poveri non ci sarebbe un così alto dislivello tra gli estremi delle fasce economiche. Se le persone non pensassero solo ad arricchirsi a spese dei più deboli e pensassero di più ad aiutare, questo problema potrebbe essere risolto.

Ritengo che, se coloro che hanno le possibilità economiche di aiutare gli altri, contribuissero al benessere delle persone in difficoltà, le ricchezze sarebbero più equamente ripartite.

Lucia Greggio

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