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La distribuzione della ricchezza in Italia

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La disuguaglianza economica consiste nelle disparità nella distribuzione del patrimonio economico e del reddito tra gli individui di una popolazione, ma può anche denotare la disuguaglianza economica tra paesi.
Esistono pareri discordanti su quanto questa disuguaglianza sia necessaria o tollerabile e su come ci si debba comportare: da un lato vi è chi sostiene che questa disuguaglianza sia necessaria e utile, poiché fornisce uno stimolo proficuo alla crescita economica, in quanto innesca una competizione benefica tra soggetti diseguali. D’altro canto vi è chi considera la disuguaglianza come necessaria per il funzionamento del sistema capitalistico, che stabilisce quando si producono tali disparità. Vi è infine chi considera la disuguaglianza un problema sociale ed economico da estirpare.Rispetto a 30 anni fa l’assenza di equità nella distribuzione dei redditi si è diffusa in un numero allarmante di paesi e, secondo uno studio dell’OCSE (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), si è attestata ai livelli più alti dalla fine della seconda guerra mondiale. In Italia l’ASviS (alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) ha proposto nel 2017 delle politiche e delle strategie per attenuare le differenze economiche all’interno della penisola. L’ OWG (open working group) ha proposto un metodo articolato in 7 target per ridurre tali disuguaglianze. Il primo target mira ad accelerare l’aumento del reddito della popolazione nelle fasce più basse (40% della popolazione mondiale). Il secondo punta all’inclusione sociale ed economica di tutti i cittadini, senza discriminazioni di alcun tipo. Il terzo si propone di garantire pari opportunità e di ridurre le ineguaglianze, attraverso l’eliminazione delle discriminazioni. Gli altri quattro target si concentrano infine sull’adozione di politiche per la promozione di una maggiore uguaglianza economica. Il problema è che i mezzi proposti per l’implementazione di tali azioni sono vaghi e si fatica a sviluppare indicatori capaci di misurare i risultati di queste ultime. Lo scopo di questi target è di fornire un assistenza allo sviluppo e di incoraggiare i flussi finanziari, inclusi gli investimenti all’estero, verso paesi in condizioni meno progredite. L’obiettivo è di riuscire a raggiungere questi obiettivi entro il 2030, ma questo dipenderà dall’affidabilità degli indicatori selezionati.
Per attenuare questo divario occorrono anche più controlli nei paradisi fiscali, dove le agevolazioni sono maggiori rispetto ad altri paesi e la creazione di nuovi posti lavoro, che rimane l’unica strategia per combattere efficacemente la povertà su base sostenibile.

“Uno squilibrio tra ricchi e poveri è la malattia più antica e più fatale di tutte le repubbliche” (Plutarco)

Giuseppe Milone

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