Home Ambasciatori della Festa di Scienza e Filosofia Il ricordo: inganno o realtà?

Il ricordo: inganno o realtà?

1113
0

A volte ci rendiamo conto che certi ricordi ci tornano alla mente più vividi di altri, o anche che ci ricordiamo meglio eventi accaduti a distanza di anni, per noi emotivamente significativi, rispetto ad avvenimenti recenti. Ma ci siamo mai chiesti perché?

Un ruolo decisivo nella formazione della memoria lo svolge l’ippocampo, parte del cervello situato nel lobo temporale. Cosa succede però quando, insieme ad esso, agisce anche quella parte del cervello che gestisce le emozioni chiamata ‘’amigdala’’? Ogni volta che tentiamo di ricordare una cosa di qualsiasi tipo queste strutture maggiormente responsabili del processo mnestico, ci consentono di elaborare il ricordo. Ma quali caratteristiche ha questo ricordo? Esso potrebbe non corrispondere esattamente alla realtà poiché l’amigdala ha agito sul ricordo aggiungendo la parte emotiva, ovvero le emozioni che ci riportano a quel determinato accaduto, consentendoci di recuperarlo in modo più o meno chiaro.

Secondo gli studiosi, la memoria viene identificata in due modi: la memoria ‘’esplicita’’ che si occupa della rievocazione dell’evento, e la memoria ‘’emozionale’’ che si occupa, invece, del significato affettivo legato a quella determinata situazione.

Anche l’apprendimento di una determinata nozione, come già studiato e provato dagli psicologi comportamentisti, si collega alle emozioni e alle sensazioni provate in quel momento. Se, ad esempio, si cerca di insegnare qualcosa ad un bambino, esso apprenderà più facilmente se inseriremo quel contenuto che vogliamo insegnargli in un contesto ludico e spensierato.

Spesso le emozioni ci traggono in inganno facendoci apparire dei fatti in modo diverso da come sono realmente accaduti, probabilmente perché a volte il nostro cervello (indipendentemente dalla nostra volontà e consapevolezza) attua dei meccanismi di difesa senza i quali il ricordo sarebbe troppo penoso da sopportare, per cui esso viene, in un certo senso, ‘’mascherato’’.

Maria Chiara Cantoni

Previous articleDimenticare è ricordare
Next articleIl puzzle della memoria