Che cos’è la memoria? Cosa significa ricordare e dimenticare? In che modo
la dimenticanza può essere importante tanto quanto il ricordo? In cosa
consiste il ricordo?
Queste domande sono interessanti spunti di riflessione uniti alla definizione stessa di
memoria: “memòria s. f. [dal lat. memoria, der. di memor -ŏris «memore»]. – In generale, la capacità, comune a molti organismi, di conservare traccia più o meno completa e duratura degli stimoli esterni sperimentati e delle relative risposte. In partic., con riferimento all’uomo (nel quale tale funzione raggiunge la più elevata organizzazione), il termine indica sia la capacità di ritenere traccia di informazioni relative a eventi, immagini,sensazioni, idee, ecc. di cui si sia avuto esperienza e di rievocarle quando lo stimolo originario sia cessato riconoscendole come stati di coscienza trascorsi, sia i contenuti stessi dell’esperienza in quanto sono rievocati, sia l’insieme dei meccanismi psicologici e neurofisiologici che permettono di registrare e successivamente di richiamare
informazioni.” vocabolario Treccani.
La memoria è alla base di tutte le azioni che compiamo ogni giorno, anche le più semplici,
come andare in bicicletta o allacciarci le scarpe.
La memoria si divide in più tipi, per esempio le azioni sopra citate sono guidate dalla
memoria motoria, che ha sede nel cervelletto. Tale memoria è la più persistente ed è
anche la memoria di cui usufruiamo più spesso, perciò deve essere sempre pronta ad
essere richiamata. Si pensi per esempio all’andare in bicicletta, una volta imparato non si
dimentica più, anche a distanza di molti anni.
Un altro tipo di memoria che ci capita spesso di utilizzare prestandoci più attenzione è la
memoria cognitiva, che ci permette di richiamare pensieri, informazioni e “immagini” o addirittura un volto con associato il nome. Queste informazioni per quanto siano ben
chiare sul momento tendono ad essere dimanticate nell’arco della giornata, a meno che
non vengano continuamente ripetute o che non si leghino ad un emozione. In questo caso
si parla di memoria a lungo termine di cui parlerò in seguito.
Il dimenticare le cose che ci accadono per molti può sembrare uno svantaggio, metre
invece è un meccanismo che permette al cervello di non sovraccaricarsi di informazioni,
che altrimenti diventerebbero difficili da gestire e potrebbero essere tralasciate
informazioni essenziali.
La memoria a lungo termine si occupa di conservare pochi ricordi ma significativi per la
nostra vita, ovvero ricordi di avvenimenti che hanno avuto un forte impatto con le nostre
emozioni. Basti pensare ad un incidente o un aggressione oppure un sentimento d’amore.
Questi ricordi hanno bisogno di alcuni giorni per essere definitiamente incamerati, ciò
significa che in caso di forti traumi seguiti da uno stato di coma possono interrompere il
completamento di questo processo e quindi perdere definitivamente i ricordi dei giorni
immediatamente precedenti.
Queste memorie a lungo termine, pur rimanendo impresse più a lungo delle altre memorie, necessitano di essere richiamate regolarmente. Questo richiamo delle memorie a lungo termine nasconde delle insidie, ovvero mentre richiamiamo un ricordo, allo stesso tempo lo rieleaboriamo e perciò non si può dire che ricordare è come ri guardare una vecchia fotografia, bensì si paragona al ridisegnare un quadro dando solo qualche occhiata
all’originale.
Pertanto i ricordi non sono conformi alla realtà, o almeno in parte, dato che con il tempo
tendono ad essere aggiornati, rivisitati e modificati rendendo difficile se non impossibile
essere certi di ciò che si ricorda.
Il negazionismo è una corrente pseudostorica e pseudoscientifica del revisionismo che
consiste in un atteggiamento storico-politico che, utilizzando a fini ideologici-politici
modalità di negazione di fenomeni storici accertati, nega contro ogni evidenza il fatto
storico stesso.
La maggior parte, se non tutte, delle tecniche utilizzate dai negazionisti sono sfruttate al
fine dell’inganno e o della negazione. Le specifiche pratiche del negazionismo variano da
utilizzare documenti falsi o documenti contraffatti spacciandoli come fonti autentiche, o per il medesimo scopo inventare motivazioni per screditare documenti autentici, a sfruttare le opinioni estrapolandole al di fuori del loro contesto storico. Altre tecniche includono la manipolazione di dati statistici per sostenere il dato punto di vista, e deliberate traduzioni errate di testi scritti in altre lingue. Invece di sottoporre i loro scritti alla prova di una revisione paritaria, i negazionisti riscrivono la storia per sostenere il loro programma, e spesso si avvalgono di sofismi per ottenere i risultati desiderati. Poiché il negazionismo può essere usato per negare, ingannare, o influenzare spiegazioni e percezioni, può essere considerato come una tecnica di propaganda, infine, le tecniche del negazionismo si inseriscono entro i dibattiti intellettuali allo scopo di promuovere la loro interpretazione o percezione della storia.
Matteo Manfredi