Una delle domande a cui, sin dall’antichità, l’uomo ha cercato di rispondere è quella che riguarda ciò che compone l’universo e tutto ciò che ci circonda.
L’uomo primitivo, tramite i miti, cercava di dare una spiegazione della creazione e della sua composizione tramite “storie” del tutto inverosimili; in seguito, con lo sviluppo dell’allevamento e dell’agricoltura e, di conseguenza anche delle prime forme di città anche la scienza mosse passi importanti.
Lo svilupparsi della civiltà greca segnò un passo fondamentale per la storia: si tratta infatti di una popolazione estremamente più evoluta delle precedenti; notevoli furono gli ambiti di innovazione, tutti strettamente legati fra loro, politico, economico, sociale, letterale, filosofico e scientifico sono solo alcuni di essi.
In particolare, gli ultimi due, sono strettamente connessi, soprattutto relativamente al tema della composizione dell’universo; infatti, quasi duemilacinquecento anni fa, Democrito, il più importante tra i filosofi presocratici, giunse ad elaborare la prima forma di concezione di atomismo.
Secondo lui, ogni cosa dell’universo, era costituita da piccolissime particelle continuamente in moto che lui chiamò appunto atomi; egli riteneva inoltre che la loro aggregazione e la loro disgregazione corrispondevano rispettivamente alla “nascita” e alla “morte” delle cose.
Successivamente, sia Platone che Aristotele ne diedero una spiegazione più provvidenzialistica che, per questo, ebbe grande successo in epoca medievale poiché si avvicinava più delle altre al razionalismo ma soprattutto al rafforzamento della concezione della rivelazione divina.
Nel Rinascimento e nell’Ottocento, invece, gli studiosi si soffermarono soprattutto sull’atomismo epicureo, Epicuro fu uno dei pochi, nel mondo greco, a considerare valido l’atomismo di Democrito e, per questo, riprese, rielaborò e perfezionò tale concezione.
Infine, come ben sappiamo, negli ultimi anni, la scienza ha fatto dei veri e propri passi da gigante, anche in questo campo; innanzitutto, sempre partendo dall’atomismo e quindi da una concezione materialisti che, quindi viene tutt’oggi considerata valida, vi fu la storica scoperta dell’elettrone che, seguita da quella del protone e del neutrone, uniti ai progressi della fisica quantistica, hanno portato la scienza a livelli dapprima inimmaginabili che, hanno portato a verificare anche, in maniera scientifica, il reale avvenimento del Big Bang. Si può quindi concludere che la scienza è come una semiretta: essa ha infatti avuto, in origine, un punto di partenza ma, invece, non ha un punto di fine e, per questo, l’uomo farà scoperte sempre più stupefacenti e sensazionali.
Alessandro Castellani