Senza il nostro vissuto saremmo sempre noi?
Sicuramente la nostra memoria influenza il nostro modo di essere; l’insieme dei nostri vissuti vanno in parte a costruire il nostro modo di pensare, di percepire e interpretare la realtà e ci guida nella scelta dei gesti da compiere quotidianamente, anche se non ne abbiamo sempre la consapevolezza. Il rapporto tuttavia non è di tipo causale. Ciò che siamo dipende anche da una componente genetica, comportamentale, educativa, sociale, culturale. Il “vissuto” è strettamente legato alla “memoria dei sentimenti”. “Il vissuto si lega ai fatti, ma allo stesso tempo li interpreta e fa loro assumere un particolare significato. La memoria dei sentimenti dà al mondo una colorazione soggettiva ed è a fondamento della storia personale, della traccia che rende possibile individuare un filo che tiene unito il tempo vissuto, e quindi anche la narrazione che ciascuno di noi può fare di se stesso”. (Vittorino Andreoli, I principi della nuova psichiatria, Rizzoli, Milano 2017, pp.63-64).
I vissuti derivano dal modo in cui la persona interpreta gli eventi, le relazioni interpersonali e il rapporto con l’ambiente; dipendono dalla “colorazione affettiva” e dalle tonalità che il soggetto utilizza nella fase di memorizzazione e di recupero dell’accaduto. Il soggetto può autoconvincersi che un certo non-evento sia realmente accaduto. Un esempio noto può essere quello del sogno. Mentre sogniamo si attivano le sensazioni legate ad una determinata emozione che nel sogno viene richiamata. Può accadere qualcosa di simile nella vita “cosciente”, con i falsi ricordi. Gli eventi e le esperienze memorizzate vengono ricordate con sensazioni sempre diverse e ogni volta possono cambiare poiché il soggetto può aggiungere, modificare o addirittura eliminare dettagli sotto l’influenza dalla percezione, delle emozioni e delle sensazioni. I falsi ricordi consistono nel fatto che le persone ricordano in modo chiaro e distinto eventi che però non hanno mai vissuto, senza che ne abbiano consapevolezza. Oppure possono derivare da ricordi di eventi realmente accaduti che tuttavia sono stati alterati o ancora, possono risultare dall’insieme di frammenti di ricordi non organizzati. A volte per il soggetto i “falsi ricordi” hanno la stessa importanza dei “veri ricordi” e condizionarne in modo significativo il comportamento.
Questo spiega anche l’interesse della psichiatria nei confronti del “vissuto”. Sono stati fatti diversi esperimenti dai quali emerge come anche frasi formulate in una certa maniera possono far sì che il soggetto ricordi cose mai accadute. La memoria può dunque ingannarci ma, allo stesso tempo, in parte ci forma e ci fa essere ciò che siamo.
Angela Attanasio