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Gentile signora Giovanna Cultrera,

 

mi chiamo Sofia Valentini e frequento il 4° anno al liceo scientifico di Gubbio.

Gubbio è una cittadina situata nel centro Italia e come lei già sa questa è una zona altamente sismica. Specialmente negli ultimi anni, perché sono stati registrati tantissimi terremoti che hanno colpito molti paesi come il mio.

La sequenza sismica che sta interessando Gubbio si inquadra in un’area dell’Appennino umbro-marchigiano che ha un rilascio pressoché continuo. La zona in cui abito è nota per i forti terremoti di magnitudo tra 5 e 6 avvenuti in passato in anni come il 1352, 1593 e 1781. L’ultimo di questa serie è stato registrato nel 1984 ma purtroppo lo sciame sismico si è accentuato due anni fa dopo l’evento di magnitudo 3.9.

Di questo tutti ne sono al corrente perché le notizie viaggiano sulla rete, sulla televisione e sui giornali, ma non tutti hanno provato sulla propria pelle il brivido e il terrore che porta con se un terremoto.

Case, scuole, ospedali e chiese sono state rase al suolo in paesini vicini al mio, le forti scosse hanno aumentato il numero dei morti e molte delle persone sopravvissute hanno perso la loro casa e adesso non hanno più un posto stabile dove poter dormire. Succede infatti che quando il terremoto colpisce all’improvviso, la maggior parte dei nostri territori sono impreparati perché il linguaggio di un sisma è quello dell’incertezza e dell’imprevedibilità , perciò per saperlo contrastare l’unica arma, al momento, a nostra disposizione è la prevenzione.

Ma nella mia mente risuona sempre la stessa domanda. Sarà possibile un giorno avere a disposizione degli strumenti che potranno prevedere i terremoti? Aspetto le sue risposte, distinti saluti

 

 

RISPOSTA:

Cara Sofia,

la tua lettera richiederebbe una risposta molto più approfondita e non queste poche righe, ma ci sarà comunque modo di parlarne durante la conferenza di sabato 28 aprile (ci sarai, vero?). Intanto ci tengo a dirti che tante sono le conoscenze acquisite negli ultimi decenni sul complesso fenomeno del terremoto, dalla teoria della tettonica a placche alla descrizione di come si rompono le faglie, ma siamo ancora lontani dal comprendere in modo esaustivo i complessi meccanismi di generazione dei terremoti e di come le onde sismiche si modificano nel loro viaggio attraverso la Terra. Una cosa è comunque certa: il terremoto è un fenomeno quotidiano con cui dobbiamo convivere. Sono fiduciosa che un giorno sapremo dire con esattezza dove e quando avverrà il prossimo terremoto, permettendoci di salvare, forse, tante vite umane; ma se non costruiamo bene le case in cui viviamo queste conoscenze non serviranno a evitare distruzioni e disgregazione del tessuto sociale dei territori ad alta pericolosità sismica.
Ti aspetto con le mie colleghe sabato 28 aprile.

Cordialmente,

GIOVANNA CULTRERA

 

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