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Lettera a T.Georgiadis

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Egregio dottor Georgiadis,
sono uno uno studente del Liceo Scientifico Torricelli di Bolzano e la mia classe parteciperà al festival della scienza e filosofia che si terrà a Foligno. Guardando quali saranno i ricercatori presenti e le conferenze che si terranno sono rimasto colpito dalla Sua professione di meteorologo. Dopo aver ascoltato qualche Sua intervista ho potuto apprendere che gli argomenti che Lei tratta hanno molto a che fare con la vita di noi cittadini e soprattutto del nostro benessere. Per capire ancora meglio quelli che sono gli oggetti dei Suoi studi ne ho parlato con mio padre, che lavora nell’ufficio ambiente del Comune di Bolzano e mi ha confermato l’importanza delle ricerche nell’ambito dell’inquinamento e della meteorologia. Una cosa che notato dalle Sue interviste è che non ha mai fatto riferimento a dati precisi riguardo la situazione attuale nel campo meteorologico. Le volevo quindi chiedere se negli ultimi anni ci sono stati dei cambiamenti a livello climatico rilevanti o particolari.
Altre domande che volevo porle sono le seguenti: la nostra amata Italia sotto questo aspetto è avanzata o ancora un po’ arretrata? Ci sono dei paesi da cui possiamo “copiare” delle buone iniziative? Cosa possiamo fare noi cittadini per aiutare materialmente il nostro ambiente e di conseguenza il nostro benessere?             Ha in mente di lavorare a qualche nuovo progetto?
La ringrazio dell’attenzione e mi auguro che riesca a trovare il tempo di rispondere alle mie domande.
Mi piacerebbe assistere alla Sua conferenza ma temo che sarò in viaggio di ritorno per Bolzano.
Cordiali saluti,

Michele Spazzini

 

RISPOSTA:

Caro Michele,

la professione del meteorologo è sempre stata vicina alla gente, tu sei alle scuole superiori e forse non ricordi le figure di Bernacca e Baroni, due famosissimi meteorologi che ci accompagnavano tutte le sere nelle previsioni del tempo, appena finito il telegiornale.  La musichetta di apertura di quella trasmissione che durava pochi minuti è entrata nella memoria collettiva delle generazioni dei tuoi genitori e dei tuoi nonni: ora, se la senti per strada come suoneria di un telefonino stai certo che hai incontrato un appassionato di meteorologia. Possiamo però dire che a quei tempi il nostro interesse per la meteorologia e per l’informazione meteorologica era confinata appunto a quei pochi minuti. Oggi sembra di assistere ad una ‘fame’ di informazione meteorologica che può non essere del tutto giustificata o giustificata solo in parte.  Se è vero che per alcune attività questa informazione è fondamentale, è anche vero che nella vita di tutti i giorni poi non risulta così drammatico non controllare le condizioni meteo ogni cinque minuti (anche perchè, ti assicuro, cinque minuti non sono una scala temporale adatta per fare previsioni meteorologiche).

Mi hai fatto domande sulla meteorologia, sull’inquinamento e sul clima.
Tutte questi parti del sapere rientrano in una disciplina che si chiama Scienze dell’Atmosfera dove ogni parte si sviluppa nella propria complessità ma ricade appunto in una casa comune fatta di relazioni che si instaurano tra le parti: per esempio, la meteorologia facilmente si collega all’inquinamento perché i processi fisico-chimici che avvengono in atmosfera risentono delle condizioni meteorologiche.  Altrettanto forti sono le relazioni tra meteorologia e clima, forti al punto che possiamo dire che il clima è la proiezione del tempo atmosferico su un lungo periodo di tempo. La casa delle scienze dell’atmosfera è quindi molto vasta e molte sono le competenze che la compongono: tu sei di Bolzano e avrai a breve la fortuna di avere molto vicino a te una delle residenze di questa grande casa perchè a Trento sta nascendo un corso di laurea in meteorologia. La situazione italiana…Sai, ho proprio buone notizie per quanto riguarda il confronto tra la capacità del fare del nostro Paese e quella degli altri. Abbiamo ottimi centri di ricerca, abbiamo ottime strutture di servizio, facciamo parte a pieno titolo del sistema internazionale della meteorologia. Poi, te lo dico in confidenza: i nostri meteorologi sono i più bravi del mondo. Sì, perché l’Italia ha una situazione geografica molto complessa (Alpi, Appennini, mare, ed è stretta e lunga) e questo complica moltissimo le previsioni, ma il confronto con i colleghi stranieri, che hanno vita molto più facile, ne esce molto bene. Abbiamo tutto in questo settore, dobbiamo solo imparare a fare un poco più squadra. Anche molte persone devono smettere di essere credulone e pensare che si possa fare una previsione a molti giorni, ad una ora esatta, proprio sulla verticale di casa propria: no, il sistema atmosferico è così complesso che non è possibile fare previsioni di questo tipo, chi le fa ci sta prendendo in giro.  Ma tu volevi anche sapere come è la situazione concreta della qualità dell’aria e come procede il clima. La qualità dell’aria è un altro oggetto complesso da definire perchè dipende molto dalla zona geografica, dalla tipologia di inquinanti presenti e, fatto molto importate, di quale stagione dell’anno stiamo parlando. Esistono, infatti, diversi tipi di inquinamento funzione dei questi parametri: d’estate si parla di inquinamento fotochimico, dovuto all’alto tasso di radiazione solare che è capace di rompere alcuni legami chimici dei composti atmosferici e dare luogo ad un inquinamento molto caratteristico che è quello da ozono (attento stiamo parlando dello strato di atmosfera vicino al suolo, e l’ozono contenuto in questo è quello che viene definito ‘cattivo’). Diciamo però una cosa: nel corso degli anni le soglie massime di pericolosità sono state costantemente abbassate, quindi a parità di numero di sforamenti (le volte che si misurano valori superiori al consentito) quello che respiriamo oggi è meglio di quello che respiravamo nel passato, cioè oggi siamo più tutelati dalla normativa vigente.  Quando pero’, come di inverno, gli sforamenti crescono vertiginosamente allora c’è da preoccuparsi: molto spesso è colpa delle condizioni meteorologiche che non permettono la diffusione degli inquinanti e questi si vanno accumulando nello strato d’aria vicino alla superficie.

Parliamo di clima.
Discorso complesso dal punto di vista fisico e legato a dei diversi modelli di sviluppo economico, quindi doppia complessità a causa di proiezioni che vanno molto avanti nel tempo (si parla di scenari al 2050) e delle ipotesi che facciamo sul nostro modo di vivere: useremo ancora combustibili fossili? L’economia si svilupperà o recederà? La popolazione mondiale aumenterà esponenzialmente o è vero che la curva rappresentativa è una curva logistica che quindi si andrà appiattendo? Non ho risposte a queste domande, ci sto lavorando anche io come moltissimi colleghi e cerchiamo di intravedere delle ipotesi ragionevoli per il futuro, diciamo che noi ci proviamo ma la cosa è ormai nelle mani della tua generazione: dovrai essere proprio tu a interessarti del problema, magari a risolverlo.  Sappi però che tra pochissimi mesi uscirà un nuovo rapporto sullo stato del clima promosso dal Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici e lì troverai la situazione attuale su come stanno procedendo le cose: io ci ho già dato una sbirciatina, ma io potevo sai, sono uno dei revisori. Allora in bocca al lupo e mi raccomando: ricordati che il mondo è più tuo che mio, io facendo il ricercatore ho cercato di dartelo più bello di come lo ho trovato, prova a farlo anche tu per chi verrà dopo.

Ciao

TEO

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