Egregio prof. Antonio Ereditato, mi chiamo Michele Teatini e sono uno studente che frequenta la terza liceo scientifico Evangelista Torricelli a Bolzano. La mia classe quest’anno ha svolto un progetto di alternanza scuola-lavoro e frequenterà il festival “Festa Scienza e Filosofia” a Foligno. Ho deciso di scriverle questa lettera in quanto mi ha incuriosito la sua biografia che ho trovato sul web e in particolare le ricerche che ha condotto in varie parti del mondo come il Giappone o gli USA. Una domanda personale che volevo porle riguarda la sua carriera di studi. Che percorso ha dovuto compiere per diventare un ricercatore nel campo della fisica? Una cosa che mi ha particolarmente colpito sono state le ricerche e gli esperimenti che lei ha svolto insieme
ad altri ricercatori riguardo i neutrini, particelle subatomiche di cui prima d’ora non conoscevo l’ esistenza. Inoltre ho potuto leggere che queste particelle dimostrano di avere una velocità superiore a quella della luce, il che mi ha sorpreso enormemente; penso infatti che per aver potuto svolgere questo tipo di ricerca ci siano voluti laboratori e strumenti molto sofisticati e all’avanguardia. Volevo chiederle se sono stati raggiunti risultati certi oppure se la ricerca stia ancora proseguendo per via sperimentale e teorica; infatti ho potuto leggere che sono stati trovati errori sistematici all’interno degli strumenti utilizzati e se questo ha compromesso la validità dei risultati. Un’altra mia curiosità era sapere come ha vissuto l’esperienza di collaborare con altri fisici, ricercatori che provenivano da altri percorsi formativi, che parlavano lingue differenti o che avevano idee diverse dalla sua o di come sia il percorso per fare delle pubblicazioni scientifiche. Personalmente penso che tutti i ricercatori, in tutti gli ambiti, nutrano una forte curiosità verso l’ignoto e sulla verità che cercano di raggiungere. Sono molto contento di averle scritto questa “lettera” e di essermi potuto confrontare con un ricercatore in persona e non con il solito libro di testo. Spero davvero che lei trovi il tempo di rispondere alle mie domande. Cordiali saluti,
Michele Teatini
RISPOSTA:
Caro Michele,
ti ringrazio molto per le te belle parole.
L’esperimento che abbiamo condotto sui neutrini, il quale aveva inizialmente indicato che tali particelle potessero viaggiare più velocemente della luce, era purtroppo affetto da problemi sperimentali dei quali ci rendemmo conto solo successivamente. In realtà, noi avevamo anticipato che erano necessarie misure supplementari e conferme indipendenti, ma il clamore della notizia fu così grande che alcuni diedero il risultato per acquisito. Vedi, questa è una situazione abbastanza comune nella ricerca scientifica, che procede spesso a piccoli passi, e raramente con grandi scoperte. È sempre fondamentale che ciascun risultato scientifico sia verificato da altri e in maniera il più possibile indipendente per raggiungere un livello di “certezza” adeguato. Ricorda che lo scienziato è sempre guidato dal dubbio nel suo lavoro, il dubbio che si placa solo dinanzi a risultati provati e riprovati, proprio come ci raccomandava Galileo! È vero, il nostro lavoro è bellissimo, perché ci porta a interagire con colleghi di tante nazionalità, di differenti costumi e usanze, e addirittura con diversi modi di pensare e lavorare. Una bellissima esperienza che mi ha insegnato a rispettare tutti, indipendentemente dal colore della pelle o dal paese di provenienza. Come dici bene, la nostra principale motivazione è la curiosità di conoscere le leggi della Natura. Per questo noi scienziati dobbiamo comportarci un po’ come dei bambini che chiedano sempre e continuamente “Perché?” anche di fronte alle rassicuranti risposte dei grandi!
Buon lavoro,
ANTONIO