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MATEMATICA: COSA FARE?

1989
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Caro professor Piergiorgio Odifreddi,

Le scrivo perché sono nel pieno del periodo nel quale devo decidere cosa fare nella vita e quella della facoltà universitaria è una delle scelte più importanti. La matematica senza dubbio è ciò che mi riesce meglio ma scegliere questa facoltà mi spaventa. Chiunque a cui confesso che vorrei scegliere questa facoltà poi mi chiede: ”E che ci fai? Il professore?”. Io tutto vorrei fare meno che il professore (con tutto il rispetto per lei, sono passioni) e informandomi ho sentito parlare di ricerca operativa che a quanto pare viene svolta da laureati matematici. Non ho ben capito però cosa questa sia e soprattutto mi chiedo quali possano essere altri lavori possibili con questa laurea.

Distinti saluti,

Francesco Moretti

 

RISPOSTA:

Cari Francesco e Lorenzo,

grazie delle vostre mail.
Molti si chiedono cosa si possa fare, dopo una laurea in matematica, e spesso pensano che l’unico sbocco sia l’insegnamento.  Questo era forse vero molto tempo fa, ma sicuramente non lo è più ora.  In realtà, una laurea in matematica permette ormai di accedere a una gran varietà di posti di lavoro, dal mercato azionario al laboratorio di biologia, passando per le ditte di consulenza statistica o di analisi dei dati. La matematica è uno strumento estremamente versatile, e mentre una volta veniva impiegata soltanto raramente, oggi è diventata pervasiva.  Il vostro liceo porta ad esempio il nome di Galileo, ma se uno legge le sue opere, si accorge che di matematica il grande scienziato ne usava poca, e meno ancora usava delle formule.  Oggi, invece, senza la matematica non si potrebbero ad esempio sequenziare i genomi, prevedere l’andamento alla breve della borsa, analizzare i flussi dei dati che arrivano sempre più ubiqui da ogni parte, eccetera. Una volta si diceva che una laurea in ingegneria era un’ottima chiave per aprire le porte del lavoro. La cosa è ancora vera, ma oggi lo stesso si può dire anche della matematica. E non importa tanto la specializzazione che uno sceglie all’università, ma la forma mentale che la matematica offre.  Una volta in grado di seguire ragionamenti complessi con precisione chirurgica, si possono affrontare i problemi più disparati nel modo scientifico che è sempre più richiesto non soltanto, com’è ovvio, nelle discipline scientifiche (fisica, chimica, biologia, eccetera), ma anche, com’è meno ovvio, nelle discipline umanistiche. Ad esempio, persino l’etica e l’estetica, da sempre riserve degli umanisti, stanno diventando matematizzate.  Basta pensare alla teoria dei giochi, che ha portato John Nash (la “beautiful mind” dell’omonimo film) al premio nobel, che viene ormai usata dai governi e dalle agenzie governative per pianificare le proprie strategie politiche e militare, senza lasciarle più in balia delle improvvisazioni basate sul nulla. In una parola, se pensate di iscrivervi a matematica, o a discipline affini, non temete di non avere sbocchi lavorativi.  Semmai, sono coloro che vogliono rimanere disoccupati, a dover stare attenti: se si iscrivono a matematica, rischiano tutti di dover lavorare nel giro di pochi mesi dalla laurea…☺ Possiamo proseguire, se volete, il discorso a Foligno.

Per ora, buon studio e buona scelta universitaria!

PIERGIORGIO ODIFREDDI

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