Quando si parla di dipendenze siamo soliti pensare al drogato che fa uso di eroina sulla panchina del parco, all’alcolizzato seduto al bancone di un bar già dal mattino, all’uomo che spende tutto il suo denaro giocando con i videopoker.
Dunque i soliti luoghi comuni dell’immaginario collettivo.
C’è da dire però che la nostra società si evolve e, non solo fioriscono nuove dipendenze, ma anche quest’ultime indossano nuove maschere.
Ci sono droghe del tutto innovative che sfuggono al fiuto dei cani e al sapere dei medici.
Sono sintetiche ed hanno danni e conseguenze sconosciute, anche per chi si trova a fronteggiarle.
Sempre più i giovani, alla ricerca delle buffate alcoliche, si ritrovano ad intraprendere la strada dell’alcolismo. Si parla di “binge drinking, un fenomeno che nell’ultimo decennio
si è notevolmente diffuso nel nostro Paese. È caratterizzata dall’assunzione di oltre 4-5 drinks in un’unica occasione e in breve tempo, lontano dai pasti e per avvertire gli
effetti psicotropi del cosiddetto “sballo”.
Inoltre, donne e soprattutto anziani sono i nuovi volti della ludopatia.
Si ritrovano a sfidare i calcoli della probabilità con un acquisto incontrollato di gratta e vinci e giocando alle macchinette, dimostrando sempre più quanto il nostro popolo italiano sia
analfabeta.
Chi gioca non conosce la matematica, mentre chi ci guadagna la sa usare molto bene e noi siamo il Paese che più gioca al mondo! Occorrono, perciò, strumenti per interpretare il gioco e l’azzardo da un punto di vista razionale, non magico…
Ciò che più preoccupa è che, a tutto questo, si aggiungono altre problematiche che si tende a sottovalutare.
L’uso delle tecnologie ha invaso le nostre vite, ma ancor di più condiziona i processi evolutivi dei giovanissimi.
È stato costatato che tocchiamo lo smartphone almeno 75 volte in un giorno, che viviamo in un continuo stato di apprensione,
che rispondiamo a messaggi anche nel cuore della notte, rompendo quello che dovrebbe essere il nostro sogno idilliaco.
Si vive per i social e si perde la vita per lo stesso motivo.
Vittime di cyberbullismo, di “blue whale”, di scommesse assurde con vite estreme sono gli adolescenti, i protagonisti delle dipendenze della nuova era.
Noi siamo in una fase neurologica in cui la nostra mente si modella, un momento delicato di formazione in cui
si consolideranno le strutture celebrali future: si acquisiscono competenze cognitive, relazionali e affettive che resteranno stabili nel resto della vita.
Questa però è la stessa plasticità che rende più facili le distorsioni, infatti è in questi anni che gli adolescenti danno i primi segni di patologie psichiche dell’età adulta.
Si tratta di dipendenze comportamentali senza uso di sostanza, ma che possono creare ugualmente i medesimi danni.
Dunque le dipendenze si intrufolano sempre più nelle nostre vite quotidiane, mascherandosi dietro la quotidianità e la normalità. Sta a noi, soggetti pensati, reagire e non vivere di riflesso tutto ciò che ci viene imposto da un mondo globale.
Pietro Mariotti